Sexy corsi, Nalin può tornare in aula: a Bologna ma come giudice

Sabato 12 Settembre 2020
LA VICENDA
ROVIGO L'ex sostituto procuratore a Rovigo Davide Nalin, di Padova, oggi quarantenne, già esauriti due anni di sospensione può tornare ad indossare la toga. Non più come pm, bensì come giudice. E non a Rovigo, ma a Bologna, dove è stato trasferito. Questo l'esito della sentenza emessa ieri dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, chiamata a valutare la condotta dell'ex pm nell'ambito delle note vicende legate alla Scuola di formazione giuridica avanzata e di preparazione ai concorsi nella magistratura Diritto e Scienza diretta dall'ex consigliere di Stato Francesco Bellomo, che per l'assegnazione delle borse di studio alle aspiranti magistrato prevedeva tra e altre cose la sottoscrizione di una sorta di contratto, con specifiche richieste di abbigliamento, come minigonne e tacchi alti, oltre a dirette interferenze nella vita privata.
LE ACCUSE
Per Nalin, che era stato definito dal sostituto procuratore della Cassazione Mario Fresa un «sensale di relazioni sessuali», che avrebbe avuto il compito di «riportare le ragazze all'ovile», come spalla di Bellomo, nel dicembre del 2017 il Csm aveva deciso la misura cautelare della sospensione dalle funzioni e dallo stipendio e la collocazione fuori ruolo. Ieri il procedimento disciplinare si è concluso.
Due erano le incolpazioni formulate a carico di Nalin: di aver contravvenuto al divieto per i magistrati di apportare un contributo alle scuole che organizzano corsi di formazione per il concorso di magistratura, ricoprendo un ruolo nella scuola di Bellomo, ma soprattutto di aver speso la sua autorevolezza di magistrato nell'attività di selezione delle borsiste inducendole a rispondere ad un test sui fidanzati, a sottoporsi a prove per superare la paura, ed a sottoscrivere il fantomatico dress code e, in generale, il regolamento con divieti e limitazioni della vita privata.
Questa seconda accusa non è stata riconosciuta fondata nei suoi confronti ed è arrivata un'assoluzione per essere rimasti esclusi gli addebiti. La prima acccusa invece sì, ed è per questo che è stata decisa la sospensione dalle funzioni per due anni, con anche il trasferimento a Bologna con funzioni di giudice. «Mi ritengo soddisfatto della decisione assunta dal Csm di reintegrarmi nelle funzioni di giudice», il commento rilasciato a caldo da Nalin, che per quanto riguarda l'assoluzione dall'incolpazione più pesante evidenzia come «smentisce la campagna mediatica gravemente diffamatoria attuata nei miei confronti».
«Siamo complessivamente soddisfatti - rimarca il suo difensore, il consigliere di Cassazione, Stefano Guizzi - La sezione disciplinare del Csm a seguito di un'ampia e approfondita istruttoria ha escluso la sussistenza dell'illecito ipotizzato a danno delle allieve della Scuola. Cade, così, l'accusa più grave e infamante per il dottor Nalin, oggetto da parte dei media di una spropositata, e talvolta morbosa, attenzione per lo più orientata in un senso, aprioristicamente, colpevolista. Resta invece la condanna per la collaborazione scientifica alla rivista della Scuola, con la conseguente conferma della sanzione della sospensione dalle funzioni giudiziarie per due anni, peraltro già decorsi, in relazione alla quale valuteremo, dopo la lettura delle motivazioni, la possibilità di proporre ricorso per Cassazione».
Nell'ambito delle stesse vicende sono al momento in corso anche due distinti procedimenti penali: un giudizio con rito abbreviato a Piacenza, dove insieme a Bellomo è accusato di maltrattamenti in concorso e lesioni nei confronti di un'ex borsista, con l'accusa che ha chiesto per lui una condanna a 1 anno e 4 mesi, e Bari dove il giudice per le udienze preliminari deciderà, proprio lunedì, sul rinvio a giudizio chiesto per Nalin, insieme a Bellomo ed all'avvocato Andrea Irno Consalvo, organizzatore dei corsi della Scuola di formazione. Tuttavia, anche a fronte delle motivazioni con le quali le Sezioni Unite della Cassazione avevano respinto il ricorso contro la sospensione cautelare dalle funzioni, nelle quali si parlava di «inquietante quadro del clima di soggezione psicologica in cui venivano a trovarsi alcune aspiranti magistrate allieve della Scuola», era stato lo stesso pg Fresa, il 10 gennaio, formulando la richiesta accusatoria in sede disciplinare a chiedere «la sanzione della sospensione dalle funzioni per 2 anni con trasferimento obbligatorio ad altra sede ed alle funzioni giudicanti: non una sanzione espulsiva ma una sanzione conservativa, seppur grave, perché molto gravi sono i fatti».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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