Sesso per giocare a calcio: due arresti

Martedì 21 Marzo 2017
Sesso per giocare a calcio: due arresti
TORINO - «Vediamo se sei dotato». Poteva essere un riferimento alle qualità calcistiche della giovane promessa. O una battutaccia da spogliatoio. Ma forse era qualcosa di peggio. In tre, a Torino, sono finiti nelle maglie di polizia postale e magistratura per una brutta vicenda di ragazzini irretiti e molestati mentre inseguivano il sogno di arrivare in serie A. «Vuoi giocare titolare? Devi fare quello che dico io».
Arresti domiciliari per un allenatore di 20 anni che, secondo l'accusa, ha convinto i baby-calciatori delle sue squadre a mandargli foto osé e, almeno in un caso, ad avere rapporti sessuali. Carcere per suo amico più anziano, anche lui allenatore, cinquantenne, militare dell'esercito in pensione da dicembre, che si sarebbe fatto mandare via chat gli scatti e i filmati proibiti. Obbligo di firma per un architetto, a tempo perso arbitro di partite amichevoli, che si appartava con i ragazzi con la scusa di insegnargli a guidare o di sottoporli a «massaggi tonificanti».
Sono più di una quindicina gli adolescenti fra i 13 e i 16 anni ascoltati dalla polizia. L'indagine è durata quasi un anno e ha riguardato il vivaio di due società dilettantistiche torinesi. Ma Roberto Mancini, che ha vissuto e vive di calcio ad altissimi livelli sia in Italia che all'estero, ritiene che non sia un caso isolato: «Il fenomeno esiste e credo che ce ne siano altri. Bisogna andare fino in fondo». Nel capoluogo piemontese è cominciato tutto dopo la denuncia per molestie presentata dai genitori di un sedicenne. L'allenatore lo aveva invitato a dormire a casa sua, insieme a un compagno di squadra, dopo la preparazione atletica in vista di una partita importante. Una sfida alla play station, quattro chiacchiere con il mister, niente di insolito: poi, nella notte, il tentativo di approccio. Il ventenne, secondo gli investigatori, operava in modo «seriale». Sceglieva le vittime in base all'età, chattava, minacciava di lasciarli in panchina. A volte prometteva soldi. Ottenute le immagini, girava il tutto all'ex militare, che era stato il suo allenatore: su di lui la Procura aveva già aperto tre fascicoli per vicende analoghe.
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