Servono 60 mila tecnici per gestire il Recovery Il pressing dei sindaci

Lunedì 8 Marzo 2021
L'INIZIATIVA
ROMA Sessantamila assunzioni straordinarie. E una rapidissima riforma delle procedure di selezione per fare i modo che il nuovo personale pubblico possa entrare nei ranghi delle amministrazioni nel più breve tempo possibile. I Comuni presentano il loro piano al ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta che oggi vedrà i rappresentanti dell'Anci, l'Associazione dei Comuni. I sindaci hanno già inviato un documento al ministro in settimana per anticipare le richieste che saranno messe sul tavolo. Senza l'ingresso di nuovo personale, si dice senza mezzi termini nella nota inviata al ministero della Funzione pubblica, per i Comuni sarà quasi impossibile rispettare i tempi stretti di realizzazione dei progetti inseriti nel Recovery plan italiano da 209 miliardi di euro. E non si tratta di un problema secondario. Buona parte dei programmi e delle opere che devono essere realizzate entro il 2026, ricadranno per la fase attuativa proprio sui Comuni. Già diversi sindaci, a partire da quello di Firenze Dario Nardella, hanno spiegato al governo che se non si rafforza la capacità amministrativa dei Comuni sarà molto difficile rispettare i tempi stretti di realizzazione delle opere chiesti dalla Commissione europea per non revocare i finanziamenti. Servono in particolare, architetti, ingegneri, funzionari specializzati nella gestione delle gare di appalto, esperti di tecnologie digitali.
LE CRITICITÀ
Nella nota inviata a Brunetta, l'Anci descrive esattamente qual è lo stato dell'arte. «Nei Comuni italiani», si legge nel documento, «sono in servizio complessivamente 361.745 unità di personale. Nel 2007 la consistenza del personale comunale era pari a 479.233 unità. Da quell'anno, dopo l'entrata in vigore delle regole sul contenimento della spesa contenute nella legge finanziaria 2007 ancora vigenti, e poi di quelle che si sono succedute nel corso degli anni successivi, come il blocco delle assunzioni per il trasferimento del personale provinciale, e il turn over al 25% del personale cessato», prosegue la nota per il ministro dell'Anci, «i Comuni hanno subito una contrazione di 117.500 unità di personale». In pratica i sindaci hanno perso un dipendente su quattro. E questo senza contare che i dati arrivano fino al 2019, quindi non tengono conto delle uscite per la pensione anticipata con Quota 100 del 2020 e che quest'anno potrebbero proseguire. Un effetto inevitabile della riduzione del personale in servizio è stato l'innalzamento dell'età media: solo il 18% dei dipendenti ha meno di 45 anni, mentre 67 lavoratori su 100 ne hanno più di 50.
Il Recovery plan stanzia 210 milioni di euro per assunzioni a tempo determinato per tutte quelle professionalità necessarie alla realizzazione del piano ma che non sono presenti nella Pubblica amministrazione. Un primo passo. Ma non sufficiente. Le assunzioni, secondo i sindaci, vanno sbloccate anche, se non soprattutto, dal lato dei concorsi. Le procedure nonostante i tentativi di semplificazione, restano troppo farraginose. Prima di pubblicare il bando, i sindaci devono effettuare ben 12 adempimenti. Il tempo medio poi, dalla pubblicazione del concorso all'assunzione del personale è di 18 mesi. Troppo. Serve una semplificazione radicale. Tra le altre cose i sindaci propongono di «emancipare le assunzioni a tempo determinato dal vincolo di scorrimento delle graduatorie esistenti a tempo indeterminato che potrebbero essere incapienti in ragione della entità del fabbisogno o del tutto mancanti anche a fronte di profili specialistici e di un impiego temporaneo», e poi di «sottrarre le assunzioni a tempo determinato dei Comuni, funzionali alla attuazione del Pnrr, ad ogni vincolo di carattere finanziario vigente». E anche di permettere in via straordinaria, il rinnovo dei contratti a termine anche oltre i 36 mesi per quei profili specialistici necessari per attuare il Recovery. Insomma, mani libere. La necessità di rafforzare la capacità amministrativa è, ovviamente, ben presente al ministro Brunetta. Dunque qualche apertura alle richieste potrebbe arrivare. Le prime indicazioni si avranno già domani, quando il ministro illustrerà alle Camere le linee programmatiche del suo dicastero.
Andrea Bassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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