Senza lavoro, incendia la casa: muore assieme ai quattro figli

Sabato 21 Ottobre 2017
Senza lavoro, incendia la casa: muore assieme ai quattro figli
IL DRAMMA
COMO Quattro fratellini sono morti insieme, nell'incendio che ha avvolto la loro casa. E ad appiccare il fuoco che li ha uccisi è stato il padre, Faycal Haitot, marocchino di 49 anni. Dopo aver perso il lavoro, con la mamma ricoverata, temeva gli portassero via i figli. Li hanno trovati nella stessa stanza, distesi su un grande letto, allungato apposta così da far spazio a tutti, in un appartamento all'ultimo piano di una palazzina, in via San Fermo della Battaglia a Como. L'unica che sembrava potesse salvarsi da questo gesto dettato dalla follia, è stata la bambina di 5 anni. Il suo cuore era tornato a battere dopo oltre due ore di tentativi di rianimazione. Le sue condizioni erano però gravissime e alla fine si è arresa anche lei.
LA RICOSTRUZIONE
A lanciare l'allarme sono stati i vicini di casa che hanno visto il fumo uscire dall'abitazione. In pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco e l'ambulanza, ma ormai era troppo tardi. Accanto all'uomo, morto intossicato, c'erano il figlio di 11 anni e le figlie di 7, 5 e 3. I bambini sono tutti morti in ospedale.
Non ci è voluto molto per ricostruire l'accaduto. All'interno dell'appartamento è stata trovata un'enorme catasta fatta di legno e giornali. Sembra che il padre accumulasse quel materiale da tempo: evidentemente aveva premeditato tutto. Due vicini hanno sfondato la porta con calci e una pala e hanno tentato anche di entrare, ma hanno dovuto arrendersi per il fumo spesso e il crollo di una parte del soffitto.
L'INDAGINE
«Apriremo un'inchiesta» ha detto il procuratore di Como, Nicola Piacente. Una tragedia che ora è al vaglio dell'autorità giudiziaria per capire se poteva essere fatto qualcosa, da parte degli enti coinvolti, Comune e Tribunale. Faycal Haitor era disoccupato, con un regolare permesso di soggiorno, mentre la moglie, che non era in casa, si trova da circa sei mesi ricoverata in una struttura per problemi psichici. I due erano di fatto separati ed era l'uomo a occuparsi dei piccoli. Tutta la famiglia era seguita dai servizi sociali di Como. Abitavano in una casa gestita dalla Fondazione Giovan Battista Scalabrini e non pagavano l'affitto. «Ci pensava l'associazione a coprire le spese condominiali» ha detto il proprietario dell'immobile che ha raccontato di aver incontrato l'ultima volta il padre due mesi fa. «Non li conoscevo bene, ma erano una famiglia tranquilla, normale».
Eppure qualcosa ha fatto crollare l'uomo. «Le ragioni di questa tragedia - ha precisato la polizia - sembrano riconducibili alla difficile situazione in cui è piombata la famiglia dopo l'allontanamento della madre». Faycal Haitot «non stava mandando i bambini a scuola ed è per questo che sono incrementate le segnalazioni e i colloqui, a cui non si presentava» ha spiegato il vicesindaco Alessandra Locatelli. A comunicare la notizia alla madre è stato il primo cittadino. «Non era in condizioni di dire qualcosa ma solo di piangere» ha detto sindaco di Como Mario Landriscina. Con molte difficoltà ha descritto la scena straziante che si è svolta nella camera ardente dell'ospedale Sant'Anna, dove si trovano i corpi di due dei bambini e dove è stata accompagnata la madre, assistita da psichiatri e psicologi. «Sicuramente - ha aggiunto il sindaco - ci faremo carico della donna» che per ora dovrebbe restare in ospedale.
LA TESTIMONIANZA
«L'ultima volta che l'ho sentito il papà dei bimbi è stato un anno e mezzo fa - racconta Agnes Oketayot, mamma di una compagna d'asilo delle vittime - Era in attesa di una risposta da parte del Tribunale dei minori perché aveva chiesto un aiuto al giudice, temeva che glieli portassero via. Non lavorava da diverso tempo e da quando la mamma era ricoverata in ospedale stava sempre con i bambini. Accettava tutti i lavori, anche il lavapiatti, ma faceva fatica. Una volta mi ha detto che non aveva nemmeno il latte per la piccola. Allora sono andata a prendere 12 litri di latte per la bimba e glieli ho portati. A lui veniva quasi da piangere».
Anche l'auto della famiglia è ferma in strada perché «è senza assicurazione». A dare la notizia è stata la cuoca dell'asilo frequentato dalle bambine: «Nell'ultimo periodo i bambini non andavano più a scuola perché il padre non aveva più i soldi per pagare la mensa e lo scuolabus». In molti parlano ora di una tragedia annunciata.
Giacomo Nicola
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