Sea Watch, sbarcano 7 bambini con i genitori Il ministro: in gioco le vite

Sabato 18 Maggio 2019
IL CASO
ROMA Sono sbarcati ieri sera, autorizzati dal Viminale, 18 migranti (su 65 a bordo) dalla nave Sea Watch 3, la nave dell'Ong tedesca battente bandiera olandese: si tratta di sette bambini con i relativi genitori presenti a bordo (sette madri e tre padri) e di un uomo con gravi problemi di salute trasbordati su un motovedetta della Guardia costiera. È stata la stessa Sea Watch Italy, con un tweet, a dare notizia che «le autorità italiane ci hanno dato la disponibilità a fare sbarcare le famiglie presenti a bordo: bambini, madri, padri e una donna ferita. Il trasbordo sulla motovedetta della guardia costiera è in corso».
Da giorni la nave della Ong tedesca è bloccata a 15 miglia da Lampedusa dopo aver soccorso 65 persone: era arrivata al limite delle acque territoriali. L'imbarcazione è stata diffidata dalla Guardia di Finanza e dalla Capitaneria di Porto, che hanno raggiunto la nave, dal fare ingresso nelle acque territoriali italiane. Ieri sera, con un mezzo colpo di scena, il via libera deciso direttamente dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Ci sono un ustionato e dei minori, due neonati - ha detto - Ovviamente, io sono ministro e padre, non metto a rischio nessuna vita». Ma sugli sbarchi, ha sottolineato subito dopo Salvini, «nessun passo indietro, la Sea Watch 3 non entra nelle acque territoriali italiane e i porti restano chiusi».
Intanto la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta anche su questo caso. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella si è recato ieri sera sulla banchina dell'isola per attendere lo sbarco dei 18 migranti autorizzati. Il fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è attualmente a carico di ignoti.
L'ALTRA ROTTA
Intanto, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, rilancia l'allarme su un altro fronte dell'immigrazione clandestina: il flusso di irregolari lungo la rotta dei Balcani è ripreso con vigore ed è probabile che tra chi tenta di raggiungere l'Europa possano nascondersi i combattenti in fuga (foreign fighters) da Siria ed Iraq dopo la sconfitta sul terreno dello Stato islamico. Per questo Gabrielli, parlando al Foro di Roma, la riunione con i capi delle polizie di Albania, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Grecia, Macedonia, Moldova, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia e Ungheria cui partecipano i rappresentanti di diverse agenzie di sicurezza europee (Europol, Interpol, Frontex e Selec) ha ribadito quando sia fondamentale rafforzare la cooperazione e lo scambio di informazioni.
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