Scuole, alt in zona rossa E nelle altre due aree decidono i governatori

Mercoledì 3 Marzo 2021
LA STRATEGIA
ROMA Pasqua blindata e perfino le scuole materne ed elementari chiuse in zona rossa. Mario Draghi, al pari di Giuseppe Conte, sceglie la linea della «massina prudenza» e del «rigore sulla base di dati scientifici obiettivi» per combattere l'assalto del Covid-19 e delle sue pericolose varianti. Tant'è che nel governo non si esclude, nel caso la situazione dovesse precipitare, di adottare per i week-end le regole delle zone rosse. Ma al contrario del suo predecessore, per rimarcare la «discontinuità» già evidente con la nomina di Fabrizio Curcio a capo della Protezione civile e del generale Francesco Paolo Figliuolo supercommissario all'emergenza, il premier rinuncia alla conferenza stampa dedicata all'illustrazione del nuovo Dpcm. Sotto i riflettori di palazzo Chigi, al posto di Draghi, i ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Regioni), il presidente dell'Istituto superiore della Sanità Silvio Brusaferro e il capo del Consiglio superiore della Sanità Franco Locatelli.
La maggiore novità del nuovo Dpcm, che avrà validità fino al 6 aprile e conferma il sistema a colori delle Regioni, è la stretta sulle scuole dell'infanzia ed elementari. Finora, mentre per medie e superiori scattava la Dad, queste restavano aperte anche in zona rossa. Ma su indicazione del Cts, che ha evidenziato il rischio-varianti tra i più piccoli, è stato deciso di chiuderle nelle aree ad alto rischio. In più, le Regioni avranno il «potere discrezionale» di fermare materne, primarie e medie - anche in fascia gialla e arancione - quando a livello locale l'incidenza dei contagi raggiunge 250 casi ogni 100mila abitanti «negli ultimi sette giorni o se ci sono situazione di allarme evidente e motivato». E questa situazione di alto rischio riguarda ormai la maggioranza delle Regioni e ben 24 Province. Non a caso la strategia di Draghi prevede interventi locali tempestivi e mirati per isolare i focolai delle varianti.
Altre strette per le zone rosse inserire nel Dpcm: barbieri, parrucchieri e centri estetici sbarrati e divieto di far visita a parenti e amici. Segnale in controtendenza per cinema e teatri: dal 27 marzo, se la situazione non peggiorerà repentinamente, nelle zone gialle potranno riaprire e dalla stessa data si potranno visitare i musei anche nel week end. Ma solo su prenotazione.
Per il resto il nuovo provvedimento è tale e quale a quello varato da Conte il 5 gennaio: divieto di spostamento tra Regioni, coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, serrande di bar e ristoranti abbassate alle 18 (non cade il divieto di asporto di bevande, come inizialmente trapelato). Palestre, piscine e sci ancora chiusi. Ristretta anche la possibilità di raggiungere le seconde case fuori dalla propria Regione: se queste si trovano in zona gialla o arancione scuro scatta il divieto. In più, Speranza ha avvertito che potrebbero arrivare altre restrizioni prima di Pasqua: «Il governo valuterà nelle settimane che verranno l'evoluzione della curva epidemiologica e come eventualmente adeguare le misure». L'ipotesi allo studio: i week end con le regole delle zone rosse, come è accaduto durante le festività di Natale.
Il ministro della Salute, che ha parlato di «curva dei contagi in robusta risalita», non ha escluso «un prolungamento del calendario scolastico». Le ipotesi allo studio: far finire più avanti le lezioni, oppure anticipare il prossimo anno scolastico.
Speranza ha poi spiegato «la scelta dolorosa» di chiudere le scuole dell'infanzia ed elementari: «La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani», da qui il giro di vite, «ma la scuola è una funzione essenziale del Paese, faremo di tutto per garantirne il funzionamento. La Dad è un'estrema ratio». Sulla stessa linea la Gelmini: «Il nostro proposito è tenere aperte le scuole, c'è però un problema legato alle varianti che non si acuisce nei bambini, ma crea una problematica nel contagio». Tesi confermata da Locatelli e Brusaferro: «La variante inglese è ormai prevalente ed è molto più contagiosa tra i bambini, per i quali però non ci sono effetti gravi».
Proprio la Gelmini, che ha garantito 200 milioni per i congedi parentali con il prossimo decreto ristori, ha voluto evidenziare il «cambio di passo» sia nei tempi: «Il nuovo Dpcm arriva quattro giorni prima della scadenza del vecchio». Sia nel metodo: «Il provvedimento è stato approvato con la massima condivisione possibile di Parlamento ed Enti locali».
TENSIONE CON I GOVERNATORI
Eppure con le Regioni, durante la riunione che ha preceduto la firma da parte di Draghi del Dpcm, non sono mancate le tensioni. Il ministro della Scuola, Patrizio Bianchi, si è opposto alla richiesta dei governatori di chiudere materne ed elementari anche in zona arancione. «Spiegatemi come si fanno a tenere a casa i bambini lasciando aperti i centri commerciali che sono oggettivamente luoghi di contagio?!», ha chiesto tagliente spalleggiato da Speranza e Gelmini. In più, i presidenti di Regione, Michele Emiliano in testa, hanno tentato di far passare la linea che a decretare lo stop alla didattica, quando scatta il parametro di 250 positivi ogni 100mila abitanti, fosse il governo: «L'onere deve essere vostro». Linea respinta dall'esecutivo. I sindaci con Antonio Decaro hanno infine chiesto «più controlli»: «Non si possono chiudere le scuole e poi permettere gli assembramenti in strade e piazze».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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