Scuola e assembramenti, verso un picco di contagi «I dati come a ottobre»

Martedì 2 Marzo 2021
IL PUNTO
VENEZIA Le infezioni crescono e i ricoveri aumentano: il Covid torna a mordere il Nordest. La situazione è «ai livelli di fine ottobre» in Veneto ed è «estremamente allarmante» in Friuli Venezia Giulia, probabile conseguenza di «assembramenti e scuola» secondo Luca Zaia, nonché di «variante inglese» per Massimiliano Fedriga. A confronto in queste ore con il Governo sulle misure del nuovo decreto statale, a cui potrebbero seguire altre ordinanze regionali, i due presidenti concordano: «Meglio soffrire un po' adesso, che trascinarci ancora in una lunga agonia».
IL BOLLETTINO
Il doppio bollettino di giornata in Veneto registra 811 nuovi casi (334.685 dall'inizio) e altri 20 decessi (9.868 in totale), con 1.183 ricoverati in area non critica e 143 in Terapia intensiva fra positivi e negativizzati. «Fatto 100 il massimo registrato il 31 dicembre osserva Luciano Flor, direttore generale dell'area Sanità oggi in Rianimazione siamo a 25. Purtroppo non caliamo più: di poco, ma cresciamo. Lo stesso accade nei reparti non intensivi: sono più i pazienti che entrano, rispetto a quelli che escono. Questi sono segnali indubbi di ripresa della malattia».
L'unica rilevazione del Friuli Venezia Giulia segna 172 nuovi infetti (in tutto 76.984) e altre 3 vittime (2.844 nel complesso), con 62 degenti intubati e 373 negli altri reparti. «C'è stata una impennata improvvisa di contagi: in una settimana quasi il 60% in più rispetto alla settimana precedente, una diffusione mai vista in maniera così rapida», constata Fedriga. Per quanto i dati del lunedì risentano dei ritardi accumulati nel fine settimana, eloquenti sono i numeri riguardanti l'incidenza dei positivi rilevati sui tamponi effettuati: in Veneto 5,70%, in Friuli Venezia Giulia 5,87% sui test rapidi e 9,14% sui molecolari.
I CRITERI
Ambedue le regioni però si trovano in fascia gialla, hanno indici di contagio Rt sotto quota 1 e tassi di incidenza ogni centomila abitanti inferiori a 250. «Siamo lontanissimi dai numeri che comporterebbero la chiusura della scuole sottolinea Flor ma non possiamo pensare di arrivare a quei livelli per muoverci: forse servirebbe una revisione di quei parametri». Zaia toglie il dubitativo e torna alla carica con il Governo e il Comitato tecnico scientifico. «I criteri che sono stati proposti vanno corretti senza condizionamenti ideologici dice perché l'Rt non tiene conto del possibile collasso degli ospedali e il tasso dei positivi deve essere calcolato su un numero di tamponi proporzionale alla popolazione. Con ciò non voglio passare per quello con l'anello al naso che vuole chiudere le scuole a tutti i costi: sono convinto che sarebbe una sconfitta. Ma non posso nemmeno ignorare la correlazione fra la riapertura degli istituti e l'aumento dei contagi, come dimostrano i dati delle regioni che oggi sono arancioni o rosse, dopo aver disposto la ripresa delle lezioni tre settimane prima di noi. Purtroppo i ragazzi hanno cariche virali alte e spesso sono asintomatici, per cui portano inconsapevolmente il virus da una famiglia all'altra».
LE ORDINANZE
Una volta letto il decreto statale, i due governatori si riservano di intervenire con nuovi provvedimenti regionali, i cui contenuti però sono tuttora allo studio. Fedriga non esclude zone rosse mirate: «Malgrado i colori, bisogna adottare misure per evitare che questa salita esponenziale continui». Zaia stigmatizza scene come «le 17.000 persone salite domenica sui treni per Venezia», ma sugli assembramenti prende tempo: «Che ordinanza facciamo, di chiudere le persone in casa? Le leggi su mascherina e distanziamento ci sono già, spetta a chi deve fare i controlli di farli. Posso però fare un appello: state attenti». Ma la raccomandazione non basta ai consiglieri regionali dem Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis: «Zona gialla non significa libera tutti. I contagi stanno risalendo e servirebbero delle strette locali, almeno nei weekend. È un film che abbiamo già visto e purtroppo sappiamo come siamo finiti a dicembre. Se non si muovono i sindaci dovrebbe intervenire la Regione, con un'ordinanza ad hoc. La chiusura delle scuole, sollecitata implicitamente da Zaia, deve essere l'extrema ratio».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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