Sconti fiscali e agevolazioni sull'Iva il piano di riserva per la manovra bis

Domenica 24 Febbraio 2019
LE IPOTESI
ROMA I piani sono distinti e il governo vorrebbe mantenerli tali. Da una parte c'è la messa a punto del Documento di economia e finanza, primo passo per la definizione delle scelte da attuare nel 2020, quando andrà gestita una clausola di salvaguardia sull'Iva da 23 miliardi; dall'altra c'è l'eventualità che si renda necessaria una manovra correttiva già nel corso del 2019 (ipotesi che ad esempio la stessa agenzia Fitch nella sua analisi sul nostro Paese ritiene improbabile).
IL PERCORSO
Il percorso di finanza pubblica per il prossimo triennio si presenta accidentato e l'esecutivo ne è consapevole. Sulla carta si tratta di non far scattare gli aumenti Iva ed allo stesso tempo avviare ulteriori misure del programma, a partire dal capitolo fiscale: dopo la cosiddetta flat tax per le partite Iva è atteso un intervento generale sull'Irpef. Ma il risultato finale dovrebbe essere tale da far ripartire il percorso di riduzione del rapporto deficit/Pil interrotto quest'anno. Sono scelte che andranno fatte il prossimo autunno. Ma prima di allora il governo potrebbe trovarsi a impostare un provvedimento più urgente, per tamponare l'aumento del disavanzo rispetto all'obiettivo fissato al 2 per cento del Pil. Che quel numero sia a rischio dopo il peggioramento delle prospettive economiche del nostro Paese non è un mistero per nessuno. Per ora però sia Palazzo Chigi sia il ministero dell'Economia si attengono alla linea stabilita a dicembre, al momento dell'intesa con la commissione europea. Il ministro Tria ha spiegato che una correzione dei conti risulterebbe pro-ciclica, ovvero andrebbe a peggiorare ulteriormente lo stato dell'economia. E sarebbe anche non necessaria dal punto di vista delle regole europee, perché il saldo di bilancio rilevante è quello strutturale che tiene conto per definizione degli effetti negativi del ciclo economico. Piuttosto, il governo è pronto a far ricorso al margine di due miliardi già accantonati con la legge di bilancio, sotto forma di congelamento delle spese dei ministeri; ma questo solo per compensare eventuali aumenti di spesa non connessi al rallentamento del Pil. Intanto - è la speranza del presidente del Consuiglio - le misure di sblocco degli investimenti dovrebbero diventare operative migliorando così l'andamento dell'economia nella seconda metà dell'anno.
Questo schema potrebbe saltare nel caso il clima di incertezza diventasse tale da far schizzare ancora più verso l'alto lo spread e i rendimenti dei titoli di stato. Allora un intervento potrebbe essere necessario per evitare conseguenze peggiori e scatterebbe a giugno-luglio, dopo il voto europeo e in contemporanea con l'assestamento di bilancio. In quella fase sarebbero disponibili anche i primi numeri sul monitoraggio di Quota 100 e del reddito di cittadinanza. L'obiettivo politico sarà naturalmente evitare misure impopolari. Dunque sarà esplorata la possibilità di comprimere ulteriormente le spese dei ministeri, ma sarà inevitabile predisporre anche un pacchetto fiscale. Nel quale potrebbe entrare qualche aumento mirato dell'Iva (in anticipo rispetto al 2020) ma più come cancellazione di aliquote agevolate per determinati prodotti: operazione che di fatto rientra in una più generale revisione delle tax expenditures.
LA RECESSIONE
Altri provvedimenti specifici potrebbero riguardare banche e assicurazioni, sulla scia di quanto già fatto con il decreto fiscale dello scorso autunno. la quantificazione complessiva del possibile intervento potrebbe aggirarsi sui 5-6 miliardi.
Per quanto riguarda gli anni successivi, il governo dovrà decidere l'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Unione europea. Una fase di effettiva recessione - che chiaramente nessuno si augura - potrebbe creare le condizioni per una messa in discussione più drastica delle attuali regole del fiscal compact: ne ha parlato ieri Giovanni Tria evidenziando come a suo avviso quei vincoli funzionano in circostanze economiche normali ma non permettono di contrastare efficacemente una crisi economica. Per un'eventuale trattativa di questo tipo sarà rilevante anche il nuovo assetto politico europeo che scaturirà dal voto per il Parlamento di Strasburgo, in programma a fine maggio.
L. Ci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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