Sci, bloccati gli impianti di risalita: «Contiamo sul lavoro delle Regioni»

Lunedì 26 Ottobre 2020
Sci, bloccati gli impianti di risalita: «Contiamo sul lavoro delle Regioni»
SPORT SULLA NEVE
BELLUNO Attesa e fiato sospeso. Tre righe nell'ultimo decreto firmato dal presidente del Consiglio spiegano che gli impianti di risalita devono rimanere chiusi. Estremamente probabile che sulla decisione abbiano pesato anche le immagini di sabato a Cervinia, rimbalzate ovunque. In provincia di Belluno gli impiantisti ieri pomeriggio hanno letto e riletto quelle tre righe, provando a trovarci qualche aspetto positivo che possa ridurre l'inquietante ombra che quelle parole gettano sulla stagione invernale.
A CORTINA
Enrico Ghezze amministratore della società Faloria Cristallo, consigliere veneto e nazionale di Anef, l'associazione degli impianti a fune, spiega che le prossime settimane saranno determinanti per capire il futuro della stagione. «Per prima cosa questo provvedimento scade prima dell'apertura della stagione sciistica. Potrebbe quindi essere un vantaggio che sia arrivato in questo momento. Le cose potrebbero migliorare nel frattempo. E c'è anche un'altra possibilità data dal decreto: che le regioni nel frattempo intervengano normando la materia». Un aspetto che se da un lato apre uno spiraglio dall'altro potrebbe ulteriormente complicare le cose per gli impiantisti bellunesi: «È indispensabile che Veneto, Trentino e Alto Adige decidano assieme i protocolli altrimenti ci troveremmo con regole diverse negli stessi comprensori. Eravamo convinti che per noi valessero le stesse regole del settore trasporti e che si potesse riempire fino all'ottanta per cento come gli autobus, contavamo di essere inseriti in quel settore. Forse l'apertura anticipata in alcune località ha dato un po' di sconforto. Di certo dovremmo rispettare tutti i protocolli e i distanziamenti. Per fortuna o sfortuna Cortina ha più seggiovie che funivie e quindi si sta all'aria aperta, questo dovrebbe semplificare le cose». La stagione sugli sci prima di partire ha però bisogno di una preparazione. L'innevamento per esempio non può essere fatto all'ultimo minuto. «Fino a quando il comitato tecnico scientifico non valuta il protocollo che Anef nazionale insieme alla Conferenza Stato Regioni ha presentato è difficile capire come andranno le cose - spiega il presidente regionale degli impiantisti (Anef), Renzo Minella - noi apriamo a dicembre, ma se danno l'ok all'apertura possiamo pensare a fare neve. Nel protocollo si parla di una capienza dell'80%, di mascherina addosso, di distanziamenti e di altro. Le piste da sci sono posti assolutamente sicuri, il problema semmai si pone al momento di attendere la salita all'impianto, quando le persone sono in coda. Noi siamo pronti, aspettiamo il via libera per l'apertura così da pianificare l'innevamento».
IL TURISMO
Legata a doppio filo alla sorte degli impianti di risalita c'è la sorte dell'intero comparto turismo: «Al momento nelle strutture ricettive le perdite sono attorno al cinquanta per cento. Di certo queste chiusure non sono un buon segnale - ha spiegato ieri Walter De Cassan, Federalberghi Belluno - se il blocco dovesse prorogarsi non basteranno degli aiuti: a mancare sarà praticamente il fatturato dell'intero anno».
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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