Sanitari no vax ancora ko in tribunale la salute dei soggetti fragili viene prima

Sabato 15 Maggio 2021
Sanitari no vax ancora ko in tribunale la salute dei soggetti fragili viene prima
IN TRIBUNALE
BELLUNO Nessun passo indietro: la salute dei soggetti fragili viene prima della libertà degli operatori sanitari di decidere se vaccinarsi o meno. Sono queste le motivazioni con le quali il collegio del Tribunale di Belluno (Umberto Giacomelli, Paolo Velo, Chiara Sandini) ha dichiarato inammissibile il reclamo presentato da 7 operatori socio sanitari contrari al vaccino anti-covid. Gli operatori avevano deciso di ricorrere in appello dopo che il giudice di primo grado (Anna Travia) aveva dichiarato legittima la decisione delle case di riposo di appartenenza di collocarli in ferie forzate. Un'ordinanza senza precedenti in Italia. Dopo il decreto legge 44 del primo aprile, che impone l'obbligo vaccinale per tutti gli operatori di interesse sanitario (quali i ricorrenti), «deve ritenersi venuto meno il loro interesse ad agire» sostiene il collegio. Un pilastro visto che nelle prossime settimane lo stesso tribunale dovrà esprimersi sul ricorso presentato da 62 operatori sanitari (tra loro anche dei medici) di Ulss e case di riposo, contrari al vaccino anti-covid. A pesare c'è anche un monito: le spese legali che in questo caso dovranno pagare gli otto operatori sanitari (2.500 euro maggiorati del 15 per cento).
PROFILO DI COSTITUZIONALITÀ
Altro punto cruciale, sollevato dagli operatori, riguardava la legittimità del decreto che, secondo l'avvocato Colle, sarebbe in contrapposizione con l'articolo 32 della Costituzione (Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge). Il collegio ha invece richiamato alcune sentenze della Corte Costituzionale secondo le quali non c'è alcuna incompatibilità «laddove il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri». Inoltre è da ritenersi prevalente, sulla libertà di chi non intende sottoporsi alla vaccinazione anti-covid, «il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario in quanto bisognosi di cure e, più in generale, il diritto alla salute della collettività, nell'ambito della perdurante emergenza sanitaria».
COSA SUCCEDE ADESSO
Quale sarà, a questo punto, il destino dei ricorrenti? I dipendenti di Sersa-Gaggia Lante sono già stati sospesi senza retribuzione. Mentre quelli di Sedico Servizi sono in ferie. «Continueranno a farle finché non le esauriranno ha chiarito Daniela Piccoli, direttrice Sedico Servizi credo manchino 15 giorni, poi saranno sospesi. Il problema è che questo ci impedisce di assumerne altri. Perché il loro posto, con la sospensione, non si libera». E questo rappresenta uno dei punti di forza dei ricorrenti: «Cosa faranno senza di noi» chiedeva ieri una delle operatrici contraria al vaccino. Nelle strutture infatti gli organici non prevedono grandi margini di manovra. Ma a questo punto anche sugli organici è diventato prevalente il diritto alla salute.
R.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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