Salvini: Lega in piazza per Segre ma anch'io ho ricevuto proiettili

Domenica 10 Novembre 2019
Salvini: Lega in piazza per Segre ma anch'io ho ricevuto proiettili
LE MINACCE
VENEZIA «A me è appena arrivato in una busta un altro proiettile, e non piango». Lo ha reso noto ieri, a Milano, Matteo Salvini: «In un Paese civile - ha annotato - non dovremmo rischiare né io né la Segre». Liliana Segre, la senatrice a vita, la sopravvissuta alla Shoah, che riceve minacce di morte, che nell'Italia del 2019 deve vivere sotto scorta e che Matteo Salvini venerdì è andato ad incontrare privatamente, insieme alla figlia, bussando alla casa milanese della senatrice. Un incontro sul quale sia il leghista che la senatrice ebrea hanno mantenuto il massimo riserbo. «Il privato resta privato - ha detto Salvini - ma faremo insieme anche qualcosa di pubblico».
E tanto per cominciare, Salvini annuncia che il 10 dicembre, alla manifestazione dei sindaci a sostegno di Liliana Segre, a Milano, anche la Lega scenderà in piazza: «Quando c'è qualcosa di democratico che riguarda il futuro lo sosteniamo - spiega Salvini - ma il dibattito tra fascismo e comunismo, che sono entrambi sepolti dal passato, non mi appassiona». «Sono d'accordo sulla scorta alla senatrice Segre - ha detto Salvini - anche se è una sconfitta per lo Stato. Ma è surreale che ci siano minacce di morte di Serie A e di Serie B, quasi che scrivere su un muro Salvini crepa non sia che un passatempo da democratici di sinistra».
L'ULTIMO SFREGIO
A Milano, intanto, è andato in scena l'ennesimo sfregio: il Giardino dei Giusti, che celebra chi ha lottato per i diritti umani contro i totalitarismi e i genocidi, e che era stato da poco inaugurato proprio dalla senatrice Segre, è stato deturpato da scritte in vernice rossa.
A prendere molto sul serio le minacce a Salvini è certamente Luca Zaia, il governatore del Veneto: «Solidarietà piena e convinta al segretario federale della Lega - sono le parole del Presidente - che oggi aggiunge un'altra pietra alla ormai infinita collana di minacce di cui è stato fatto oggetto. C'è un clima, in questo Paese, ormai intollerabile - sottolinea Zaia -. Non soltanto qualcuno si arroga il diritto di attribuire patenti di minore o maggiore democraticità, tralasciando il principio costituzionale che è il popolo a decidere, liberamente. Ma, non bastasse, passa direttamente alle vie di fatto. E a concrete minacce di morte. Qui dalle idee si è passati alle pallottole. Il medioevo della democrazia». L'incontro con la senatrice Segre è stato voluto da Salvini dopo lo strappo consumatosi a fine ottobre al Senato, quando la Lega e il centrodestra, pur assicurando vicinanza alla senatrice ex deportata, non hanno votato la mozione, di cui Segre è prima firmataria, che istituisce una commissione straordinaria per combattere razzismo e antisemitismo e ogni tipo di odio, nel timore di un «uso strumentale» della commissione: «Dire che siamo contro l'immigrazione illegale, è odio?».
Al. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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