Salgono contagi e ricoveri «Rischio giallo a Nordest»

Sabato 6 Novembre 2021
Salgono contagi e ricoveri «Rischio giallo a Nordest»
LA SITUAZIONE
VENEZIA Ora il Nordest torna a intravvedere il giallo. Anche se ieri è stato confermato il bianco per tutte le regioni, sia il Veneto che il Friuli Venezia Giulia mostrano una progressione dei contagi e dei ricoveri tale da alimentare il rischio del passaggio di fascia. «Se continuiamo così, in poche settimane qualche viraggio di colore potrebbe accadere», avverte il governatore Luca Zaia, consapevole che una proiezione elaborata dalla stessa Regione «porta il tasso di occupazione ospedaliera al 10% nel giro di dieci giorni».
I PARAMETRI
La norma prevede che, per transitare dal bianco al giallo (dove c'è l'obbligo di mascherina anche all'aperto e il limite nei locali di quattro commensali non conviventi), debbano essere raggiunti tre parametri: incidenza di almeno 50 casi ogni centomila abitanti, occupazione dei posti-letto in area medica superiore al 15% e in Terapia intensiva superiore al 10%. I dati comunicati ieri dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità hanno visto in Veneto salire l'incidenza da 61,4 a 75,3, forte di un indice di contagio Rt cresciuto da 0,9 a 1,1. I tassi ospedalieri sono invece al 3,1% in area medica e al 3,9% in Terapia intensiva. Come detto, però, l'algoritmo indica un possibile incremento verso la soglia di allarme. «Ovviamente l'attendibilità è molto ballerina ha precisato Zaia perché è un po' come fare le previsioni del tempo. Però se il trend è questo e se le variabili sono queste, se insomma questo flusso non si ferma per tutta una serie di dinamiche, potrebbe essere che si arrivi al 10% fra una decina di giorni. Questo vuol dire che c'è il rischio concreto di cominciare a valutare il cambio di zona e noi non vogliamo arrivare qui. Quindi per ora il Veneto resta bianco, ma non è un comandamento scritto sulla pietra. Perché buttare il lavoro di mesi per andare a mangiare le castagne in piazza?».
IL BOLLETTINO
L'esempio citato dal presidente della Regione allude al timore «per un atteggiamento di rilassamento di chi sta vivendo come se non ci fosse un domani», mentre invece «bisogna indossare la mascherina sempre al chiuso e anche all'aperto se c'è un assembramento». Il bollettino di giornata mette in fila numeri che vanno analizzati, ma che oggettivamente non sono piccoli. Da una parte sono stati registrati altri 792 contagi, ma il fatto di essere stati rilevati tramite 100.994 tamponi, contiene il tasso di positività a 0,78%. Dall'altra sono stati rilevati 234 ricoverati in area non critica (+6) e 46 in Terapia intensiva (+1). «Una settimana fa i pazienti intubati erano 30 ricorda Zaia di conseguenza c'è stato un aumento del 50%. Se è un trend, inizio a preoccuparmi».
LA PAURA
Nel frattempo in Friuli Venezia Giulia a far paura è soprattutto la progressione dei ricoveri nelle Medicine: 9, 10, 11 al giorno. Il bollettino di ieri ha fatto schizzare il tachimetro a quota 108 pazienti: su un totale di 1.277 letti, risulta occupato l'8,5% degli spazi. L'occupazione delle Terapie intensive invece tocca quota 9,1%, ma le oscillazioni sono meno evidenti rispetto a quelle relative alle aree mediche. In quest'ultimo settore il raddoppio delle degenze è previsto secondo Agenas in dieci giorni. Il limite da non superare resta quello del 15% dei posti disponibili nelle Medicine, che in termini numerici in Fvg equivale a 191 letti. Uno scenario che di questo passo potrebbe diventare realtà tra una decina di giorni o addirittura in meno tempo. L'incidenza dei contagi in questo momento è l'unico parametro già da zona gialla. Anzi, il dato è peggiore e con i vecchi parametri si rischierebbe addirittura l'arancione immediato. In Fvg, infatti, si registrano 151 casi ogni centomila abitanti negli ultimi sette giorni.
IL COORDINAMENTO
Un numero trainato dall'esplosione dei casi in provincia di Trieste, connessa alla protesta contro il Green pass, che riprende oggi con un corteo. L'ordinanza del sindaco Roberto Dipiazza prescrive l'ingaggio di steward, affinché vigilino su mascherine e distanze. Ma il Coordinamento degli attivisti dice no: «Ci rifiutiamo di organizzare un servizio d'ordine e di controllo, siamo consapevoli dei rischi collegati al virus e siamo in grado di autotutelarci».
Marco Agrusti
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci