Roma, anziana senzatetto stuprata da un giovane senegalese

Mercoledì 14 Febbraio 2018
IL CASO
ROMA L'ultimo ordine di espulsione lo aveva accumulato nel 2016 ma era ancora in Italia e l'altra notte a Roma ha abusato di una clochard tedesca di 75 anni che aveva trovato riparo sotto i portici della centrale piazza Vittorio. Lui, Nelson Kadowa, senegalese senza fissa dimora, due arresti per droga alle spalle, 31 anni (ma in passato ha fornito una sfilza di alias con date di nascita differenti: 90, 92 e 86, la più verosimile) ora è dietro le sbarre di Regina Coeli per violenza sessuale. I carabinieri lo hanno inseguito e fermato subito dopo lo stupro. Quando il lampeggiante lo ha illuminato, si stava ancora tirando su i pantaloni. Il fatto è accaduto all'1,30 tra lunedì e martedì. Kristina (è un nome di fantasia) si era sistemata sotto una colonna all'angolo con via Carlo Alberto, a pochi passi dalle scale dell'ingresso della metro A. «Mi ero appena assopita - ha raccontato - quando mi sono sentita afferrare da dietro. È stato orribile».
I SOCCORSI
La donna, che è minuta e ha anche problemi di deambulazione, protende una mano verso una coppia di turisti lussemburghesi che sta facendo rientro in albergo, con un filo di voce chiede aiuto. Il ragazzo, Rian, 20 anni, si fa avanti per difenderla e fermare il nordafricano, la fidanzata, Elodies, attira subito l'attenzione della pattuglia dei militari della compagnia di Piazza Dante che presidia la zona. Un carabiniere scende a piedi e gira l'angolo su via Napoleone III, mentre il collega in auto lo insegue su via Carlo Alberto. Nelson è mezzo nudo mentre scappa, corre e si aggiusta i calzoni. All'incrocio con via Rattazzi è in trappola: i militari lo bloccano su due lati. Kristina è spaventata. Viene accompagnata in ospedale, poi all'alba nella caserma di via Tasso dove beve un cappuccino e mangia un cornetto insieme con gli uomini del maggiore Vincenzo Carpino, in attesa di essere presa in carico da una struttura d'accoglienza del Comune. Dove andrà nella giornata.
Intanto, in piazza Vittorio, nel suk multietnico nel cuore di Roma, cresce l'esasperazione di residenti e commercianti. A ottobre erano state le donne del quartiere a scendere in strada, in corteo, per denunciare tentativi di stupro e i continui approcci di ubriachi e sbandati alle ragazze, italiane e straniere. E ieri è tornata la Rete Esquilino Vivo, che raccoglie un centinaio di persone tra attori, registi, negozianti e gente comune, a lanciare l'ennesimo sos per non fare morire per sempre il sogno di un'integrazione possibile. Dentro ci sono Daniela D'Antonio, moglie del regista e premio Oscar Paolo Sorrentino, l'attrice Carlotta Natoli, Francesca Nigro (sorella dell'attore Filippo Nigro). Con le chat si tengono continuamente informati su quel che accade nel rione di palazzi umbertini a ridosso della stazione Termini, eventi culturali sì, ma anche sul degrado e l'abbandono, segnalando gli episodi di spaccio.
Solo a settembre a Roma era stata violentata un'altra clochard tedesca all'interno di Villa Borghese. Un'altra ferita tra abbandono e degrado al cuore della Capitale.
Alessia Marani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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