Riaprono le case di riposo: sì alle visite, ma con visiera

Mercoledì 27 Maggio 2020
LA DECISIONE
VENEZIA Le case di riposo riaprono le porte. Possono accettare nuovi ospiti, cosa che era vietata dall'8 marzo scorso. E possono accettare che i familiari vadano a far visita a chi è già ricoverato. Quella comunicata ieri dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e dall'assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin potrà anche sembrare una delle tante disposizioni uscite in questi rigidi tempi di coronavirus, ma per le famiglie è un traguardo. Potranno rivedere, anche se dietro a un vetro, i propri cari. Potranno anche riabbracciarli, pur protetti da una visiera e da mascherine speciali, le Ffp2 senza valvola, e magari in giardino, perché all'aria aperta il pericolo di contagio è minore.
LE REGOLE
Il governatore Zaia, annunciando che è stata approvata «la riapertura delle Rsa» al pubblico, ha sottolineato che nella regione «ci sono 330 case di riposo con 30 mila ospiti e altrettanti operatori. Di queste il 75% non ha registrato alcun contagio da Covid 19. Il restante 25% ha avuto pochi, mediamente e forti casi di contagi. Una ventina di case di riposo hanno registrato un'autentica strage al loro interno. Il bilancio di queste realtà è più di 600 morti sui quasi 1.900 complessivi». «Ora - ha detto il governatore - riapriamole dopo il blocco che c'è stato nel rispetto dell'autonomia della gestione delle case di riposo. Diamo gli strumenti per far entrare i familiari. Per noi è un settore delicatissimo e si va verso un'apertura generalizzata in sicurezza. Ci sono ancora poche realtà con alcuni focolai al loro interno, e queste sono off limits finché la situazione non si sarà stabilizzata».
Domanda all'assessore Lanzarin: una casa di riposo può decidere di non far entrare i familiari degli ospiti ricoverati? Risposta: «Sì, noi abbiamo dato le linee guida, ma le singole strutture possono decidere in piena autonomia come comportarsi, serve la massima cautela». E allora ecco cosa hanno concordato la Regione e le associazioni Uripa e Uneba, linee guida che ieri sono state mandate ai direttori delle Ulss perché le trasmettano alle singole Rsa. 1) Nuovi ingressi ospiti o riammissioni in struttura: tampone orofaringeo all'ingresso, isolamento per 14 giorni in aree della struttura appositamente dedicate, secondo tampone di controllo. 2) Regole per l'ingresso di familiari e/o visitatori: controllo della temperatura corporea, compilazione di un questionario/intervista, ingressi limitati e/o scaglionati con prenotazione preventiva, effettuazione di un test kit rapido. 3) Comportamenti dei familiari all'interno delle strutture: individuazione spazi dedicati, meglio se in giardino; distanziamento sociale; plexiglass di separazione fra ospite e visitatore e, in alternativa, visiera e mascherina Ffp2 (senza filtro) per contatti ravvicinati. 4) È stata inoltre disposta la riapertura dei centri diurni per anziani non autosufficienti.
L'INCHIESTA
Oggi il consiglio regionale del Veneto voterà l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta sulla gestione delle Rsa, di cui sarà relatore Piero Ruzzante (LeU). Zaia al riguardo si è detto favorevole: «Che non ci sia qualcuno che si permetta di dire che c'è una minima esitazione da parte mia o da parte del gruppo (della Lega, ndr). Ho solo sollevato un tema: che la Commissione si metta in rete con le Procure».
CENTRI ESTIVI
Dal 1. giugno potranno riaprire i centri estivi per i ragazzi dai 3 ai 17 anni. Il Veneto ha disciplinato anche le aperture degli asili nido, quindi per i piccoli da zero a 3 anni, ma attende un via libera da Roma. Approvato intanto in giunta uno stanziamento di 2,853 milioni di euro per i 134 asili nido accreditati, i 75 autorizzati e i 231 nidi in famiglia. Pronte le regole per i centri termali, ma servirà una ordinanza.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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