«Riapre chi vaccina prima gli anziani, stop fiale ai giovani»

Venerdì 9 Aprile 2021
L'INTERVENTO
ROMA La data per le riaperture non c'è ancora. Ma, per la prima volta, Mario Draghi dà un chiaro segnale che quel momento non è lontano. Il concetto, espresso ieri durante un incontro a cui ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, è chiaro. Le riaperture potranno iniziare una volta che saranno coperte con i vaccini la fascia di popolazione più a rischio: gli over 70. «È venuto il momento», ha detto il presidente del Consiglio, «di prendere decisioni» sulle fasce di età per le vaccinazioni. Sarà questo «al centro delle riaperture». Più le Regioni vaccineranno in fretta gli over 70, più rapidamente potranno riaprire le attività economiche. E Draghi ha assicurato che le dosi di vaccino ci sono. Anzi. Presto ci sarà il problema opposto a quello affrontato fino a oggi: una sovrabbondanza invece di una carenza. «Le dosi di aprile», ha detto Draghi, «sono sufficienti a vaccinare tutta la popolazione che ha più di ottant'anni e gran parte degli over 75». Inoltre, ha promesso Draghi, si arriverà all'obiettivo delle 500 mila vaccinazioni al giorno entro aprile. Questo consentirà di avviare la stagione turistica il 2 giugno come ha proposto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia? «Non posso dare date», ha risposto il presidente del Consiglio. Che però poi ha chiosato: «Magari anche prima». La palla ora è ai governatori. «Vaccinare nelle classi più esposte al rischio è interesse delle regioni per aprire la loro economia in sicurezza», ha detto Draghi. E anche per permettere agli studenti che ancora non sono rientrati, di poter svolgere almeno un mese di lezioni in presenza entro la fine dell'anno scolastico. Draghi anche annunciato a breve, probabilmente già oggi, una direttiva sul tema delle riaperture legate all'andamento dei vaccini degli over 70. «Ci sarà una direttiva di Figliuolo» sulle vaccinazioni delle persone fragili, ha spiegato Draghi. Aggiungendo: «poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture». Ancora una volta, poi, il presidente del Consiglio ha usato parole dure per i furbetti della dose, tutte quelle categorie e quelle persone che saltano la fila per essere immunizzati prima. «Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?», ha detto. E ha citato le «platee di operatori sanitari che si allargano» a dismisura.
LA PROSPETTIVA
La ripartenza, la fiducia nel futuro, sono stati i messaggi che Draghi ha cercato di far passare. Il prossimo scostamento di bilancio ha detto, sarà più consistente di quello da 32 miliardi approvato a gennaio. E nel decreto che seguirà, non ci saranno soltanto indennizzi per le categorie più colpite, quelle che, ha ricordato, disperate stanno manifestando in piazza. «Naturalmente condanno la violenza», ha premesso Draghi. Ma ha aggiunto che è «normale» chiedere di riaprire: «È la migliore forma di sostegno all'economia, ne sono consapevole e capisco la disperazione e l'alienazione di chi protesta». Ci saranno anche aiuti alla ripartenza dell'economia. Poi ha confermato che il prossimo 30 aprile l'Italia presenterà il suo Recovery plan all'Unione europea. Non ci saranno ritardi. Sui temi economici, dalla golden power all'Alitalia, Draghi si è soffermato molto. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con l'uso dei poteri speciali del governo per bloccare operazioni di acquisizione dall'estero, Draghi ha risposto che la sua posizione è in linea con quella del ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti. «La golden power è uno strumento del governo per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere», ha detto. e «va usato».
Su Alitalia, bloccata in un infinito negoziato con la Commissione europea, il presidente del Consiglio ha usato toni particolarmente duri. «Non accetteremo discriminazione arbitrarie da parte dell'Ue», ha detto. «Ora il punto centrale», ha aggiunto ancora, «è creare una società che si chiamerà Ita, che avrà una discontinuità con il passato. Mi spiace che non si chiamerà più Alitalia».
IL PIANO
Sul tema del Recovery, oggetto di confronto ieri con i presidenti delle Regioni, Draghi ha detto che «è venuto da concludere che in fondo noi non abbiamo credibilità come capacità di investire, l'abbiamo persa tantissimi anni fa, ma non perché non si volesse investire». Dunque «bisogna cambiare tutto per diventare credibili. E bisogna cambiare tutto per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario». Poi ha spiegato che ci sarà una regia «politica», a Palazzo Chigi e con tutti i ministri interessati. Una struttura centralizzata di controllo, «l'unica forma di presenza del governo nel Pnrr», e la responsabilità diretta di Comuni, Province e Regioni sui 200 miliardi di interventi del Recovery Plan.
Sul comportamento del presidente turco Tayyip Erdogan nei confronti di Ursula Von der Leyen, Draghi ha parlato di «umiliazione». Con questi dittatori, di cui però si ha bisogno, ha aggiunto, bisogna collaborare, ma per collaborare «uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute e anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese, bisogna trovare l'equilibrio giusto».
Andrea Bassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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