Restituì il Padova ai padovani ma operando dietro le quinte

Giovedì 4 Giugno 2020
Restituì il Padova ai padovani ma operando dietro le quinte
IL PERSONAGGIO
PADOVA Una persona che non amava finire sotto i riflettori, che solo in rare occasioni partecipava agli eventi a carattere pubblico e che preferiva agire con discrezione e lontano dai microfoni. Questo il ritratto comune tracciato da chi ha collaborato con Oliviero Zilio, ma pure da chi ha vissuto quel periodo dall'esterno, durante la sua esperienza all'interno del Calcio Padova, durata oltre cinque anni e risalente all'inizio del millennio. Di quel club è stato anche vicepresidente nel 2004 quando al vertice della società si era insediato Marcello Cestaro, ma sempre con una presenza all'insegna della sobrietà.
«Oltre a quello di natura economica ricorda l'allora presidente Alberto Mazzocco il suo contributo principale era in seno al consiglio di amministrazione, ma in generale non partecipava più di tanto alla gestione amministrativa e a quella sportiva del club». Una fase sportiva, quella che ha visto operare Zilio, che a distanza di tempo viene generalmente ricordata positivamente, al di là della categoria disputata, in quanto il sodalizio biancoscudato era finalmente tornato in mani padovane dopo la sciagurata gestione del brianzolo Cesarino Viganò con il quale (all'inizio accompagnato dai friulani Vittorio Fioretti e Alfieri Corrubolo), la squadra, acquistata in serie A, era stata protagonista di tre retrocessioni nel ristretto arco di quattro stagioni. Nell'estate del 2000 il cambio di gestione e il ritorno alla padovanità, con la regia dell'allora sindaco Giustina Destro e dell'assessore allo sport Alvaro Gradella che convinsero Mazzocco, imprenditore vincente nel mondo dell'emittenza radiotelevisiva, a prendere in mano le redini della società, nel frattempo scesa in serie C2. Tra gli imprenditori coinvolti nell'operazione figurava pure Zilio, titolare della House Costruzioni, che acquisì una quota azionaria intorno al 15 per cento. Al primo tentativo, e con spese non indifferenti, l'undici allenato da Franco Varrella ottenne la promozione in C1 e tra i giocatori di quel Padova figuravano il capitano Andrea Bergamo, l'estroso terzino Felice Centofanti, autore di quindici reti, e un allora giovanissimo Daniele Gastaldello, poi protagonista nei campi di serie A. L'anno dopo una tranquilla salvezza e nella stagione 2002-03 la squadra, nel frattempo guidata da Pierluigi Frosio, sfiorò la promozione in serie B, con una rocambolesca eliminazione nelle semifinali play off a opera dell'Albinoleffe.
Proprio in quei mesi si verificarono i presupposti per un nuovo cambio societario, con l'arrivo dell'imprenditore vicentino della grande distribuzione Marcello Cestaro che rilevò da Mazzocco il 90 per cento delle quote e con il rimanente dieci diviso tra i due storici soci di minoranza Fabio Cremonese (attuale presidente della Kione Pallavolo Padova) e proprio Zilio che in quel periodo di interregno ricoprì pure la carica di vicepresidente. La sua esperienza in biancoscudato si concluse nel 2005, a seguito del graduale ingresso, sempre con partecipazioni minoritarie, di nuovi azionisti tra cui Barbara Carron, Enzo De Gasperi, Pierluigi Pittarello e lo svedese Jens Bernhardsson, titolare di un'azienda che importava prodotti alimentari del suo paese, a sua volta poi alle prese con un'incriminazione per bancarotta dopo essere misteriosamente sparito da Padova e prematuramente scomparso nel novembre 2015 all'età di 44 anni.
Andrea Miola
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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