Renziani in tilt, 4 senatori in partenza Matteo: gli servono 161 voti o va a casa

Venerdì 15 Gennaio 2021
IL RETROSCENA
ROMA Giuseppe Conte viene descritto «euforico», finalmente «libero da quel guastatore di Renzi». «Certo», soprattutto, di avere i numeri a palazzo Madama con cui sostituire e rendere irrilevante Italia viva. L'umore Matteo Renzi, nonostante la comparsata serale in tv, di riflesso è definito dai collaboratori «nerissimo». «Oggi è la giornata della m. domani è un altro giorno», ha detto ai suoi Demolition man (definizione del Financial Times), per incoraggiarli come avrebbe fatto Rosella O'Hara in Via col Vento.
Poi in serata Renzi, che martedì rinuncerà a replicare al premier in Senato («parlerà la Bellanova»), ha messo a verbale su Rete4: «Per mesi mi hanno trattato come un Pierino irresponsabile, ma chiedevo solo di prendere i 36 miliardi del Mes per la Sanità e di sbloccare i cantieri. E pur se non abbiamo fatto nulla per essere cacciati, l'obiettivo di Conte adesso è asfaltare Italia viva. Ebbene, se non ci vogliono non daremo la fiducia ma continueremo a votare ciò che serve all'Italia, come lo scostamento di bilancio. Vediamo però come finisce: se non avranno i numeri a palazzo Madama si farà un altro governo. Come finirà? 1-X-2».
Di certo c'è che in Italia viva le acque sono decisamente agitate e che il risveglio dell'ex rottamatore è stato pessimo. Renzi pensava di avere in mano i fili della crisi e di esserne il regista, invece prima Conte, poi Luigi Di Maio («le strade ormai sono divise»), infine Nicola Zingaretti(«è completamente inaffidabile, basta»), hanno provveduto a sforbiciare quei fili. «Ora siamo spacciati, fuori da tutto, irrilevanti. Abbiamo commesso un suicidio clamoroso, un harakiri», sospira un altissimo dirigente di Italia Viva, uno di quelli del cerchio magico renziano. Ancora: «Prima potevamo incidere nelle politiche del governo, avevamo ruolo e visibilità, adesso niente. Scompariremo dai radar dell'opinione pubblica a meno che non trovino i responsabili che cercano».
Ed è questa la speranza cui si aggrappa Renzi. I suoi fanno filtrare tabelle in cui la maggioranza in Senato senza Iv arriva al massimo a quota 155. «Invece servono 161 voti», dice l'ex premier, «e se Conte non li avrà, si farà un altro governo perché senza 161 voti Mattarella non gli consentirà di andare avanti». Poi incrociando le dita: «Se cade questo esecutivo si aprirebbe tutto un altro film, perfino i grillini correrebbero a dichiararsi renziani...». Quando gli dicono che invece sono alcuni suoi senatori a progettare di passare con il nemico, Renzi ribatte ironico: «Il cornuto è sempre l'ultimo a sapere...».
Ed è così. Su 17 senatori di Iv (Matteo escluso), ben 5 potrebbero saltare il fosso, salutare l'ex premier e votare martedì per il governo che il loro leader ha portato alla crisi. Quattro sono pressoché sicuri: Riccardo Nencini, Mauro Marino, Eugenio Comincini, Leonardo Grimani. In forse Donatella Conzalti che è descritta, da chi ci ha parlato, «molto scontenta e furiosa». Ma la senatrice fa sapere che «resterà fedele», se ne andrà all'opposizione assieme al leader. Si vedrà.
LEADER SOTTO PROCESSO
Nella riunione del gruppo del Senato, celebrata ieri pomeriggio, Renzi si è sentito fare discorsi duri dalla Conzalti, Marino, Grimani, Comincini. «Quando abbiamo cominciato questa esperienza», ha detto quest'ultimo, «non ci avevi detto che saremmo andati all'opposizione. Perfino l'altra sera avevi assicurato che se si apriva la crisi, l'avremmo aperta per avere un governo più forte. Invece eccoci fuori dalla maggioranza e da tutto».
Anche Nencini ha attaccato la scelta di Renzi. E non si è limitato a farlo a porte chiuse, l'esponente socialista (che ha permesso un anno fa la nascita del gruppo di Iv concedendo l'uso del simbolo Psi) ha dettato un comunicato: «Chi ha maggiori responsabilità è chiamato ad esercitarle fuoriuscendo dalla logica dei duellanti e tenendo fermo il richiamo del presidente della Repubblica. Noi siamo tra i costruttori». Insomma, un addio con dignità politica. E Iv, senza simbolo socialista, potrebbe essere costretta a entrare nel gruppo Misto.
In questa situazione c'è chi si butta nell'operazione disperata di siglare la pace con Conte. E' il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato: «Dal premier ci aspettiamo che prenda un'iniziativa per ricucire la coalizione. Non pensiamo di avere ragione su tutto, ma una maggioranza non può non avere un progetto. In tante occasioni abbiamo riconosciuto che il premier ha fatto bene. Ora, però, non c'è bisogno di un governo tentennante». Lanciato l'appello, Rosato bacchetta i probabili responsabili renziani: «Capisco i cittadini che si sentono sconcertati, capisco meno i colleghi in Parlamento. La nostra posizione, anche dura, viene dopo mesi in cui abbiamo provato a dire bisogna muoversi da questo immobilismo».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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