Rai, bocciato il doppio incarico a Foa In Vigilanza vince l'asse tra grillini e Pd

Giovedì 20 Giugno 2019
Rai, bocciato il doppio incarico a Foa In Vigilanza vince l'asse tra grillini e Pd
IL CASO
ROMA Ora il Pd è sul piede di guerra: «Foa deve mollare, oppure ci rivolgeremo al Tar», dice Michele Anzaldi. La consigliere dem nel Cda di Viale Mazzini, la Borioni, chiede subito la convocazione dell'organismo che guida la Rai, per fare la festa al presidente - unendo tutti i voti tranne quello leghista per dimissionarlo da RaiCom - e così anche il rappresentante dei dipendenti, Riccardo Laganà: «Foa rispetti il Parlamento e lasci la poltrona». Insomma, ieri in commissione di Vigilanza la larga alleanza tra Pd e M5S, contro la Lega e contro il doppio incarico di Foa presidente di Rai e di RaiCom, ha portato a questa situazione: che Foa deve lasciare uno dei due ruoli. Lo farà? Per ora non è intenzionato a farlo e a sostegno della sua posizione c'è il fatto che il voto in Vigilanza non è vincolante. E che dal punto di vista giuridico nulla osta alla continuazione del doppio incarico. Ma il Tar ci darà ragione, annunciano i dem. Questo si vedrà. Intanto la linea di Foa è quella del noi abbiamo operato correttamente. Ed è probabile che non si dimetterà dai RaiCom perché c'è il pieno avallo del ministro dell'economia, non c'è danno erariale per la doppia poltrona (in quella di RaiCom aveva rinunciato da subito allo stipendio) e per questa presidenza non ha deleghe operative. Ma soprattutto, si fa notare al Settimo Piano di Viale Mazzini nelle stanze che contano: Salini, l'amministratore delegato, ha difeso sempre il doppio incarico del presidente. E quindi mettersi contro questa situazione sarebbe, per i 5 stelle che hanno votato contro Foa, mettersi di traverso rispetto all'ad che è loro espressione. Infatti Di Maio, che ha voluto mandare un segnale di polemica politica contro la Lega, ora non forza sulle dimissioni effettive di Foa anche perché il proprio è partito è diviso in questa vicenda e a stento è riuscito a trovare una linea ufficiale comune: «Nessuna ostilità nei confronti di Foa», è il messaggio che lancia il leader M5S.
SETTIMO PIANO
Il comunicato dei vertici Rai dice così: «Si prende atto con rispetto del voto espresso in Commissione di Vigilanza sulla nomina di Foa alla Presidenza di RaiCom. I vertici aziendali, convinti della correttezza del proprio operato, effettueranno tutte le valutazioni conseguenti nel prossimo Cda». La vicenda non sarà breve e molto tortuosa, ecco la previsione facile.
Intanto tra giallo-verdi sulla Rai la divisione è forte. Prima la rottura su Radio Radicale, ora la rappresaglia grillina su Foa. «Serve subito una legge per spezzare il legame tra la politica e la Rai», avverte Di Maio: «Quindi approviamo subito la nostra legge sul Cda di 5 membri scelti a sorteggio, oppure tagliamo il canone agli italiani. Delle due, l'una. La riforma Rai è nel contratto». Salvini, di tutta risposta, detta un'agenda diversa per la tv pubblica: «Sulla Rai si possono e si devono tagliare i megastipendi, vanno ridotte le produzioni esterne e va ridimensionato lo strapotere degli agenti che dettano contratti e palinsesti. È già stata depositata una risoluzione della Lega». Insomma, due strade separate: la Lega difende Foa e il suo doppio incarico, M5S ne chiede le immediate dimissioni, pur sottolineando Di Maio che non c'è «nessuna polemica e nessuna ostilità» nei suoi confronti.
Il Pd si concentra su Foa. «Che cosa aspetta Foa a dimettersi da doppio ruolo? Sono passate quasi 12 ore dal voto contro di lui in Vigilanza e ancora nessun segnale. È un atteggiamento di sfregio al Parlamento gravissimo e intollerabile». Ma al Settimo Piano di Viale Mazzini, si fa notare che - come aveva detto Salini tempo fa - il doppio incarico risponde a necessità aziendali. Ossia rientra in un disegno strategico unitario, per affrontare le sfide gigantesche, per la Rai, poste dal nuovo Piano industriale.
Il 5 luglio c'è il Cda Rai. E la battaglia si sposterà lì dentro. Dove una strana maggioranza - tutti insieme, dal Pd ai Fratelli d'Italia, tranne la Lega - già si è manifestata e chissà se ripeterà. Intanto però sul voto in Vigilanza il partito della Meloni ha preso le distanze dai cecchini di Foa: ha votato contro la mozione perché i pareri giunti in Vigilanza garantivano la piena legittimità dell'assunzione dei due incarichi da parte di Foa. La battaglia continua.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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