Quota 100, sarà tra gli Statali la massa di chi vuole uscire

Sabato 19 Gennaio 2019
GLI EFETTI
ROMA I dipendenti pubblici che accederanno alla pensione anticipata con Quota 100 rappresentano circa il 40 per cento della platea complessiva, stimata in un milione di lavoratori nel triennio. Per il solo 2109 la previsione è di 126 mila uscite. Dove si concentreranno? Moltissimo dipende naturalmente dalle scelte personali; di sicuro i grandi comparti della pubblica amministrazione, a partire da scuola e sanità, dovranno fare i conti con sensibili flussi in uscita. Anche per questo (oltre che per contenere i costi) il governo ha voluto introdurre per i lavoratori del settore un preavviso di sei mesi, che si traduce in un periodo di attesa prima della pensione effettiva più lungo di quello dei privati.
PRIME VALUTAZIONI
Ancora più complicato fare previsioni sulla distribuzione geografiche delle uscite. Secondo prime valutazioni di fonte sindacale il Lazio, che con Roma è sede di molte amministrazioni centrali, dovrebbe avere un ruolo rilevantissimo con 45-50 mila uscite, dunque tra un terzo e la metà del totale. Sulle decisioni degli interessati influirà anche il riordino - non solo per chi sceglie Quota 100 ma anche per gli altri pensionandi - delle norme relative al pagamento della liquidazione, che nel caso specifico si chiama trattamento di fine servizio (Tfs). Per ovviare all'erogazione ritardata (di vari anni) prevista dalle norme in vigore e amplificata nel caso del nuovo canale di uscita, lo Stato ha avviato trattative con il sistema bancario, in modo da garantire tramite prestito un'anticipazione pari ad un massimo di 30 mila euro. La versione quasi definitiva del decretone specifica le altre modalità di questa operazione. Viene fissato un tasso di interesse massimo che corrisponde al Rendistato (rendimento medio di un paniere di titoli di Stato) incrementato di 30 centesimi: a dicembre questo tasso era fissato al 2,18 per cento, quindi ipoteticamente si andrebbe intorno al 2,5. Gli interessi dovrebbero essere versati contestualmente alla restituzione del capitale. Lo Stato non se ne assumerà l'onere in forma diretta, ma ha previsto come forma di compensazione una detassazione del Tfs stesso, variabile in funzione del ritardo con cui il trattamento viene erogato: si va da una diminuzione dell'aliquota di 1,5 punti nel caso di liquidazione pagata dopo dodici mesi a uno sconto di 7,5 punti quando l'indennità è stata riconosciuta dopo sessanta mesi o anche più dal momento del pensionamento.
SINDACATO DELUSO
Tutto il pacchetto previdenziale destinato ai dipendenti pubblici lascia scontenti i sindacati. Maurizio Petriccioli per la Cisl Funzione pubblica esprime «forte delusione e perplessità» concludendo che «ancora una volta il lavoro pubblico esce penalizzato». Non piacciono proprio le finestre differenziate di sei mesi, rispetto ai tre dei lavoratori privati. E non piace nemmeno la soluzione data al tema del Tfs. «Non condividiamo questa impostazione per la quale si devono sborsare risorse proprie per avere ciò che spetta di diritto» spiega ancora Petriccioli, aggiungendo che si tratta di «una soluzione davvero risibile se pensiamo che la liquidazione nel settore pubblico, in media, si attesta oltre i 60.000 euro». Su questo tema specifico la Cisl Funzione pubblica ha avviato molte cause e si dice pronta ad andare fino alla Corte costituzionale.
L. Ci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci