Processo Mediaset, un audio e un verdetto riaprono il caso FI: commissione d'inchiesta

Mercoledì 1 Luglio 2020
IL CASO
ROMA Nulla di nuovo: «Ho sempre sostenuto che ogni passaggio giudiziario contro di me è stato pilotato da una giustizia politica». Berlusconi dalla residenza francese della figlia Marina si gode lo spettacolo. Per anni ha gridato al vento che l'estromissione dal Senato nel 2013 sarebbe stata il frutto di «un golpe» e ora che è stato diffuso l'audio di uno dei giudici chiamati a decidere nel processo per frode fiscale è pronto di nuovo a dare battaglia.
«Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone. Ha subito una grave ingiustizia. Quella sentenza è stata una porcheria», diceva Amedeo Franco (poi deceduto), in un incontro del 2013 proprio con il Cavaliere e alcuni testimoni, parlando di «plotone d'esecuzione». Quell'intercettazione ambientale, in cui viene chiamato in ballo anche il giudice Antonio Esposito - l'ex presidente della sezione che emise la sentenza e che ora si difende («mai subito pressioni») - è stata inviata da Ghedini alla Corte europea di Strasburgo. Insieme ad una recente sentenza del tribunale di Milano che concorrerebbe a ribaltare l'esito processuale sui diritti tv che ha poi portato Berlusconi a decadere dal Senato. La Cassazione in una nota ricorda che il verdetto del 2013 vide tutti i giudici - anche Franco - concordi. Ma il presidente di FI si è sempre definito innocente, ha paragonato spesso la sua storia a quella di Craxi. Con la sua elezione al Parlamento europeo ha ottenuto la riabilitazione politica, lusingato dal Pd che dialoga con FI sul Mes, ritornato centrale anche nel centrodestra con il nuovo patto di alleanza sulle regionali, spesso apprezzato dal premier Conte per il suo atteggiamento equilibrato, accarezzato' da Renzi che dopo la fine del patto del Nazareno ha più volte mostrato apprezzamento per le sue posizioni e non a caso ieri ha chiesto di «fare chiarezza» perché «nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente».
«Voglio la riabilitazione piena essere risarcito per il mio calvario», l'invocazione dell'ex premier. Il centrodestra rilancia, chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'uso politico della giustizia. L'iniziativa è di FI, sottoscritta non solo da Meloni e Salvini ma anche da esponenti di Iv come Giachetti. Il Pd non si iscrive come spiega un big' dem al «processo di beatificazione» del Cavaliere, ma ex renziani potrebbero appoggiare il testo in cui si punta il dito contro l'influenza delle correnti politiche esistenti all'interno della magistratura che hanno svolto attività «in contrasto con il principio della separazione dei poteri, con il principio democratico e con il principio di sovranità popolare». La richiesta è di «garantire il funzionamento equo, celere ed imparziale della giustizia». «Ma no a merce di scambio per un sostegno al governo», mette in chiaro il portavoce dei gruppi forzisti Mulè.
LA PROTESTA
Gli azzurri inscenano una protesta alla Camera e al Senato, espongono striscioni per chiedere la verità. Il vicepresidente azzurro Tajani parla di «democrazia ferita». «Quello che è emerso è raggelante», dice la Gelmini. «E' stata una persecuzione», osserva la Carfagna. La Ronzulli propone che venga nominato senatore a vita, molti si appellano a Mattarella ma il refrain è che non si tirerà la giacchetta al Capo dello Stato. Né si coinvolgerà il presidente emerito Napolitano che in diversi in FI addebitano come uno dei registi dell'operazione che portò al defenestramento del Cavaliere dal Parlamento. L'obiettivo ora è isolare M5S, abbattere una volta per tutte l'anti-berlusconismo. Perché tra i dirigenti del partito pochi si fanno illusioni di una riapertura del caso giudiziario, neanche da parte della Corte dei diritti dell'uomo. Ma il Cavaliere vede nella restituzione dell'onore un segnale di ripartenza, rispolvererà l'arma della «giustizia politicizzata» in campagna elettorale alle Regionali. «Fa rabbrividire l'idea che la legge non sia uguale per tutti», la sponda della Meloni. «Berlusconi è stato vittima di un processo farsa», afferma Salvini. L'ex premier, reduce da un check up al San Raffaele (con ritorno in elicottero in Provenza) sogna però molto di più. Di presentarsi alla corsa per il prossimo presidente della Repubblica e ancor prima di essere decisivo, qualora i 5Stelle dovessero sfaldarsi, in un nuovo governo dopo le Regionali.
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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