Prima tagliano e poi esportano «Ora ci diano 5 milioni di dosi»

Venerdì 5 Marzo 2021
IL CASO
ROMA Un giorno AstraZeneca taglia i vaccini pagati dall'Europa e dall'Italia, quello successivo si prepara a spedire 250.000 dosi dal nostro Paese in Australia, nazione che nell'ultima settimana ha sempre avuto meno di 10 casi positivi al giorno e non registra morti per Covid da ottobre. In altri termini: i vaccini prodotti (o più correttamente infialati) in Italia (quasi 100mila morti per Covid) erano destinati a una nazione con zero decessi. Eppure, AstraZeneca, dopo un duro scontro con l'Unione europea, aveva già tagliato le forniture promesse, per poi garantire, entro la fine del primo trimestre almeno di passare dai 4,2 milioni di dosi, frutto dell'ultimo compromesso, a 5. «Ora speriamo che mantengano l'accordo», dicono al Ministero della Salute. Ma la battaglia contro le esportazioni dei vaccini, che aveva già causato tensioni tra la Ue e il Regno Unito, rischia di essere un boomerang.
GLI IMPEGNI
l'ad di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum, aveva spiegato che per garantire le dosi promesse (per il secondo trimestre si punta a 20 milioni per il nostro Paese) la casa farmaceutica, a causa di problemi allo stabilimento in Belgio, avrebbe attinto a fabbriche non europee: «Abbiamo previsto di importare in Italia dosi da altri Paesi dove produciamo, come Cina, India e Usa. Già una parte di dosi sta arrivando dagli Stati Uniti». Bloccare le esportazioni può avere, dunque, come conseguenza anche lo stop alle importazioni, con AstraZeneca che non invia più in Italia le dosi prodotte fuori dall'Unione europea. Va ricordato che la Ue aveva investito 870 milioni di euro in fase di pre-acquisto e, nonostante questo, AstraZeneca ha garantito solo il 25 per cento delle dosi promesse, mentre ha continuato a inviare regolarmente le forniture al Regno Unito.
VIA I LIMITI
Nel frattempo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto agli scienziati di valutare se si può eliminare l'ultimo limite di età ancora vigente per AstraZeneca (65 anni) come già fatto da altre nazioni europee. Nel corso del vertice di ieri mattina tra il ministro, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario per l'emergenza, il generale Francesco Figliuolo, è stato anche deciso di chiedere alle Regioni (oggi l'incontro con i governatori) di non tenere ferme le scorte nei frigoriferi e di somministrare velocemente le prime dosi. Sul fronte dei nuovi vaccini in arrivo, da registrare l'accordo tra Novartis (multinazionale svizzera) e Curevac (azienda tedesca il cui vaccino è in attesa di autorizzazione all'Ema). Novartis avrà un ruolo importante nella produzione di 50 milioni di dosi nel secondo semestre del 2021.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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