Positivo all'alcoltest, va a casa e si spara

Domenica 2 Agosto 2020
IL CASO
PADOVA Volontario instancabile nelle iniziative del paese ed in parrocchia. Lavoratore competente ed affidabile. Una fidanzata con la quale stava creando una nuova famiglia. Non ha retto alla vergogna per il ritiro della patente dopo essere stato trovato in stato di ebbrezza a bordo del suo scooter: alle 6,30 di sabato si è tolto la vita sparandosi nel garage della sua abitazione, col suo fucile da caccia. Il dramma nell'Alta Padovana, a Fontaniva, dove abitava l'operaio di 38 anni che ha compiuto il tragico gesto. In casa, dove viveva con la fidanzata, ha lasciato un biglietto proprio per lei e un altro in cui ha scritto di voler essere cremato.
I COMMENTI
«Persona integerrima, per lui la sanzione è diventata come un'onta, ha generato un cortocircuito che ha portato all'azione sconsiderata, inspiegabile. Non c'è altra soluzione», ripetono tutti quelli che lo conoscevano. Proprio unanime l'analisi non essendoci assolutamente nessuna problematica riconducibile a lui e agli affetti personali. Ottimi i rapporti con la famiglia d'origine, nessun problema di lavoro ed economico, una vita di coppia che sarebbe stata suggellata dagli anelli, e poi tantissimi amici per i quali era un riferimento preciso e certo. Inoltre la sospensione della patente non avrebbe avuto nessuna conseguenza a livello lavorativo. Avrebbe modificato, temporaneamente, l'organizzazione personale. «Il figlio, il compagno per la vita e l'amico che tutti vorremmo», sottolineano sempre gli amici.
CON L'AMICO
E venerdì sera eccolo in sella al suo Yamaha TMax con un altro amico anche lui con le sue due ruote a motore. Partono da un bar di Facca, frazione di Cittadella (Padova). Ultimo giro prima di rientrare nelle loro abitazioni. Ad Onara, frazione di Tombolo, li ferma una pattuglia dei carabinieri. Viene eseguito il controllo alcolemico e lui risulta superare lo zero. Non è dato a sapere di quanto. Non c'è nessuna tolleranza per i motociclisti (0,50 invece il limite per gli automobilisti). Conseguenza: patente ritirata e sanzione. I militari lo nominano custode del mezzo e gli consentono di portarlo a casa. Un altro amico chiamato appositamente lo guida. Al rientro lo sistema in garage, racconta alla fidanzata l'accaduto. Prima volta. «Una persona attentissima, probabilmente pensava di essere regolare se no non avrebbe guidato», afferma un altro amico. Sta di fatto che dal momento in cui la fidanzata torna a dormire, nella testa dell'uomo succede quello che nessuno riesce a comprendere. Alle 6,30 un rumore potente sveglia di soprassalto la sua ragazza. Dalla camera da letto dove il fidanzato non c'è al garage in pochi istanti. Davanti a lei la tragedia. Inutile ogni soccorso. «Quella multa ha fatto scattare una follia incomprensibile, che non capiamo - le parole di don Andrea Mazzon parroco di Fontaniva - Che contrasta con il suo essere che è anche quello della sua famiglia: meravigliosa, unita, impegnata, di fede, di lavoratori, di valori umani e cristiani. Mi chiedo come non abbia potuto pensare alle conseguenze di quello che avrebbe determinato il suo gesto. Alla fine - continua la guida spirituale della comunità fontanivese - rimane un mistero quello che gli è capitato ed è veramente difficile anche trovare le parole per tutto questo». Il sacerdote richiama - mai come in questo momento - alla massima unità da parte di tutti. «Una persona di estrema sensibilità per la quale ciò che per tanti è normale, può diventare il problema più grande ed irrisolvibile», è l'opinione di un'altra persona che conosceva il trentottenne. È umano trovare e darsi una ragione soprattutto in casi come questi nella consapevolezza che purtroppo la realtà dei fatti non può essere modificata. Sull'accaduto il Pubblico ministero padovano Roberto Piccione ha aperto un fascicolo e sta indagando
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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