Poche fiale e regioni ribelli la stretta della Merkel: lockdown e coprifuoco lungo

Domenica 4 Aprile 2021
Poche fiale e regioni ribelli la stretta della Merkel: lockdown e coprifuoco lungo
LE MISURE
BERLINO Di fiasco in fiasco la campagna vaccinale in Germania arranca: dopo un anno di chiusura i tedeschi sono esausti e furiosi col governo. L'ultima chicca è stato il disastro AstraZeneca, con lo stop and go su somministrazione, fasce di età e rischi del vaccino anglo-svedese, deciso dal governo di Angela Merkel. La Germania raccomanda adesso l'inoculazione solo sopra i 60 anni, mentre l'Olanda l'ha stoppato per tutte le età. I vaccini, colpa dell'Europa, scarseggiano ma il sentimento comune fra i tedeschi è che fra mascherine, test e vaccini, la gestione della pandemia sia stata fallimentare, che si avanzi a tentoni e la sola cosa che il governo sa fare è chiudere il Paese.
Il colpevole, si punta il dito, sta a Bruxelles ma il rimpallo delle responsabilità è uno sport molto praticato: l'Unione europea, le case produttrici, i Länder, che hanno la competenza sulla sanità e che a seconda degli equilibri politici regionali o delle scadenze elettorali fanno a tira e molla su aperture e chiusure con potere di veto sul governo federale. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen la colpa invece la addossa al premier inglese Boris Johnson, accusato di nazionalismo sui vaccini e mancanza di solidarietà. La cancelliera, scienziata di formazione, è dall'inizio per la linea dura caldeggiata dai virologi ma spesso nelle riunioni con i Länder è stata rintuzzata dai governatori e ha dovuto abbozzare e accettare compromessi. Adesso, in piena terza ondata, e con contagi che non si fermano (a colpire è prevalentemente, per 88%, la variante inglese), la cancelliera avrebbe deciso di passare alle maniere forti. Per gli errori che non sono solo suoi, ma anche e soprattutto delle regioni, si è scocciata di pagare il conto in termini di immagine personale, e di morti nel Paese. Di scuse pubbliche, come quelle senza precedenti fatta giorni fa sulla chiusura di cinque giorni a Pasqua (poi ridotta a tre), non ne farà più. Secondo la Bild e diversi media, la Merkel è intenzionata a imporre un lockdown radicale dopo Pasqua: praticamente tutto chiuso, «Merkel vuole il mega-lockdown».
IL PIANO
Per farlo invocherebbe un passo della legge sulla tutela della salute, che con lo scoppio della pandemia era stata peraltro già inasprita conferendo ampi poteri al ministro della sanità Jens Spahn, e coinvolgendo anche il Bundestag. Secondo fonti della Cdu, il partito della cancelliera, il piano è sul tavolo ma ancora non c'è nulla di deciso. In concreto queste le misure su cui si discute: estensione uniforme e inasprita a tutti i Länder dell'attuale lockdown rafforzato dall'obbligo di effettuare test nelle aziende; incentivazione ulteriore del lavoro in remoto, e coprifuoco notte e (probabilmente) giorno. Ristoranti, bar e negozi (tranne quelli essenziali) resteranno chiusi come lo sono già ora, e chiusi anche asili e scuole. Questo il piano. Se poi verrà implementato alla lettera è tutto da vedere perché in Parlamento le forze contrarie o sensibili alle pressioni delle regioni non sono trascurabili. Un nuovo incontro della Merkel con i governatori dei 16 Länder è calendarizzato per il 12 aprile. Il ministro della salute Spahn (Cdu) ha intanto snocciolato ieri dati confortanti sulla campagna vaccinale: oltre il 12% dei tedeschi ha ricevuto almeno una dose, ovvero più di dieci milioni di persone di cui 4,3 milioni anche il richiamo. Venerdì, secondo dati del Robert Koch Institut (RKI), sono stati somministrati 217.000 vaccini. Finora sono stati inoculate 10,7 milioni di dosi dell'americano-tedesco Pfizer-Biontech, 0,7 milioni di Moderna e 2,9 milioni di AstraZeneca. Con quest'ultimo si è fatto vaccinare ieri anche il presidente del RKI, Lothar Wieler, e il giorno prima anche il capo dello Stato, Frank-Walter Steinmeier. Accanto ai grandi centri di vaccinazione sono coinvolti nella campagna anche i medici di base (saranno 35.000 in tutto dopo Pasqua). Ieri i contagi registrati in 24 ore erano 18.129 e 120 i decessi. L'indice Rt era 131,4 (134 il giorno prima). Dati in leggera decrescita, tuttavia si fa notare che durante le festività di Pasqua si fanno meno test per cui i dati potrebbero essere superiori. Fra gli over 60, la fascia raccomandata, il pasticcio su AstraZeneca non ha fatto da deterrente: ieri è stata corsa a vaccinarsi soprattutto nel Nord-Reno-Vestfalia, il Land più popoloso. I centralini per le prenotazioni erano bollenti: le dosi subito disponibili sono 450.000, le persone fra 60 e 79 anni 3,8 milioni.
Flaminia Bussotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci