Per la sforbiciata degli onorevoli serve una nuova legge elettorale Ora si lavora sul proporzionale

Sabato 24 Agosto 2019
IL FOCUS
ROMA Il taglio di 345 parlamentari che i grillini mettono al primo punto della loro agenda di governo richiederà inevitabilmente una nuova legge elettorale nonché parecchi altri aggiustamenti della Costituzione e dei regolarmenti parlamentari. Al di là delle posizioni politiche, infatti, secondo gli addetti ai lavori un intervento così drastico rischia di avere effetti devastanti su temi delicatissimi per la qualità della democrazia: il rapporto fra eletti ed elettori; i vantaggi impliciti per alcuni partiti; i poteri effettivi di ogni parlamentare e in particolare dei soli 200 senatori (dove pochissimi eletti potrebbero spostarsi da una maggioranza ad un altra); e persino l'elezione del capo dello Stato.
LA COMPETIZIONE
Che il taglio modifichi i rapporti fra cittadini e rappresentanza parlamentare è evidente. Con 400 deputati invece di 630 ci sarà un eletto ogni 150.000 italiani per Montecitorio e uno ogni 300.000 per il Senato, uno dei rapporti più alti in Europa. Ma da questo punto di vista la sforbiciata crea un grosso pasticcio proprio a Palazzo Madama. La legge attuale infatti prevede che 65 senatori vengano eletti in collegi maggioritari che vanno al candidato più votato. La competizione però avverrebbe su collegi di ben 800.000 votanti. Decisamente un record mondiale. Inoltre in alcune Regioni anche non piccolissime come il Lazio o la Liguria potrebbero essere eletti deputati o senatori solo dei partiti principali o di coalizioni in grado di superare soglie di sbarramento molto alte (il 9% nel Lazio). Passando ai delicati meccanismi di potere delle Camere non si può non segnalare quello che potrebbe avvenire al Senato che lavora con 14 commissioni che potrebbero essere composte da non più di 9 o 11 senatori. E' nelle commissioni che si svolge il grosso dell'attività parlamentare e dove si scrivono concretamente leggi che talvolta possono incrociare interessi materiali molto grossi . E' evidente che un numero così piccolo di parlamentari renderebbe paradossalmente più facile l'opera di lobby e potrebbe spianare la strada a pressioni non sempre lecite. Va valutato infine il tema dell'elezione del presidente della Repubblica alla quale partecipano 58 membri regionali. Con il taglio dei parlamentari il potere delle regioni decuplica su un tema che non è di loro stretta competenza.
Considerazioni tecniche a parte, non c'è dubbio che intorno al taglio dei parlamentari possa delinearsi anche un progetto politico. Molti tecnici preferirebbero affiancare al taglio degli eletti una legge elettorale proporzionale. Sembra essere questa l'indicazione di massima sia degli addetti ai lavori Dem che di quelli vicini ai 5Stelle. Altri sottolineano che non va persa l'occasione per attuare anche in Italia un sistema maggioritario a doppio turno come quello che permette al sistema istituzionale francese, assieme al semipresidenzialismo, di funzionare perfettamente da 60 anni. Entrambi i tipi di leggi elettorali avrebbero effetti importanti sull'evoluzione dei singoli partiti e del sistema politico italiano. Ma è ancora presto per aprire questa pagina.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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