Per la Lombardia servirà più tempo, perché il virus ha circolato

Mercoledì 17 Giugno 2020
Per la Lombardia servirà più tempo, perché il virus ha circolato in modo più massiccio. E se ci sarà una seconda ondata, sapremo farci trovare pronti. L'antinfiammatorio che ha come principio attivo il desametasone steroideo (farmaco che costa appena 6 euro per il quale c'è il via libera dal governo britannico), secondo una ricerca di Oxford ha dato buoni risultati sui casi più gravi, «sarà un'arma in più». Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico, ripete: l'importante ora è non compromettere i risultati raggiunti.
Si aspettava una flessione dei nuovi casi più rapida?
«Gli ultimi dati vanno nella direzione auspicata: una continua flessione della curva epidemica. La maggior parte delle regioni ha un numero di nuovi casi sotto a 10, evidentemente le riaperture non hanno portato fuori controllo la diffusione della contagiosità».
In Lombardia però sta avvenendo qualcosa di inspiegabile: gli ultimi dati parlano di 143 nuovi casi, quasi il 62% di chi è positivo in Italia .
«La Lombardia è la regione in cui il virus ha avuto la maggiore diffusione, ma è anche un territorio con una densità di popolazione elevata. Un italiano su sei abita in Lombardia. E tra i nuovi positivi molti non sono sintomatici, ma soggetti che sono risultati positivi al test sierologico e per questo sottoposti al tampone».
Gli spostamenti per le vacanze non rischiano di far viaggiare il virus dalla Lombardia in altre regioni?
«Non credo. I numeri sono bassi, in Lombardia la flessione prosegue. Lunedì la percentuale di positivi sui tamponi effettuati era del 3,9%, oggi siamo al 2».
I numeri della Lombardia fanno pensare che il virus abbia cominciato a circolare molto prima del 20 febbraio.
«Difficile dirlo, sicuramente almeno da gennaio».
Continuano a calare i ricoverati: virus meno insidioso?
«Vi è una correlazione tra il carico virale e la sintomatologia. Diminuendo il numero degli infetti, usando le mascherine, mantenendo le distanze, il carico virale è minore e questo spiega perché i sintomi tra i nuovi positivi siano meno gravi. Inoltre, si intercettano prima gli infetti, si è imparato a gestirli. Ma non c'è nessuna evidenza che il virus sia mutato e abbia una minore patogenicità».
Ci sarà una seconda ondata in autunno-inverno?
«Sono i mesi in cui circolano di più i virus respiratori. Però dire se ci sarà una seconda ondata e quanto sarà importante è una predizione da indovini. Se mai ci sarà, non credo che avrà minimamente l'impatto di febbraio e marzo».
Quanto è importante la ricerca sul farmaco del Regno Unito?
«Secondo uno studio un tipo particolare di cortisonico, il desametasone, ha avuto un impatto importante sulla riduzione della mortalità, del 35%. Conferma che il danno polmonare è connotato da una iper infiammazione. E questo farmaco ci può aiutare molto».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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