Per l'Italia partita che vale quasi 1,5 miliardi di euro e oltre 200 milioni di dosi

Venerdì 22 Gennaio 2021
LO SCENARIO
ROMA E se sui vaccini l'Italia facesse come la Gran Bretagna, cioè tutto da sola? Quanto sarebbe costato alle casse del nostro Tesoro procurare le preziose dosi, magari dribblando i capricci di singoli produttori?
Per orientarsi nella giungla dei vaccini è gioco forza partire dai prezzi dei vari prodotti. Prezzi non ufficiali, sia chiaro, che però alcune settimane fa sono stati diffusi su twitter
dalla sottosegretaria al Bilancio belga Eva de Bleeker.
Si tratta di cifre indicative perché le aziende adattano i costi sulla base della magnitudine dell'ordine ma, secondo un'indagine del sito specializzato AboutPharma.com, quelle rilevate dalla de Bleeker sono abbastanza realistiche. Altro paletto: alcuni vaccini sono più cari di altri ma la cosa si spiega col fatto che alcuni si somministrano su due dosi (e dunque hanno costi di produzione e di logistica doppi) e contengono alcune innovazioni che ovviamente ne aumentano il valore aggiunto.
Il vaccino più conveniente sarebbe quello AstraZeneca, prodotto in Italia nella grande fabbrica Catalent di Anagni a un tiro di schioppo da Roma, con un prezzo di 1,78 euro a dose. Per quello della tedesca Curevac gli euro sono 10, mentre per Sanofi/Gsk - che è in grande ritardo - il prezzo indicato si aggira oltre i 7 euro. Grosso modo lo stesso costo del vaccino Jhonson&Jhonson che sarebbe di 6,94 euro. Si sale con Pfizer/Biontech (12 euro a dose) e con Moderna che ha contrattato poco meno di 15 euro o, meglio, 18 dollari a dose. Per quest'ultimi due prodotti va ricordato che é prevista la doppia dose per ogni paziente.
I CONTI IN TASCA
Chi ha fissato questi prezzi? Sempre ammesso che siano quelli effettivi, la risposta è chiarissima: la Commissione Europea. Il governo di Bruxelles su delega dei 27 governi Ue, ma in particolare su iniziativa di Italia, Germania, Francia e Olanda, ha trattato con le case farmaceutiche per strappare prezzi più bassi in cambio di ordinativi enormi ed evitare che i governi europei si facessero la guerra. Finora la Commissione Ue ha ordinato a 6 aziende 2,3 miliardi di vaccini per 450 milioni di abitanti dei 27 Paesi dell'Unione anche con l'obiettivo di trasferirne una parte ai paesi poveri extra Ue.
Com'è noto del maxi ordine Ue all'Italia spetta quasi il 14% sulla base del numero degli abitanti. Il conto è presto fatto: si tratta di 202 milioni di dosi complessive che sulla base dei prezzi riportati sopra comportano una spesa di circa 1,4 miliardi. Tabella alla mano, poiché Roma ha prenotato circa 40 milioni di dosi da Astrazeneca e Sanofi/Gsk dovrebbe spendere 70 milioni per il primo e 300 milioni per il secondo. Per Curevac la spesa è di 300 milioni di euro per 30 milioni di dosi e quella per Pfizer/Biontech, con 26 milioni di dosi, supera i 312 milioni di euro (cifra che potrebbe salire se l'ordine dovesse crescere). Poi c'è Moderna che con sole 10 milioni di dosi dovrebbe costare all'Italia circa 150 milioni. Infine Johnson&Johnson che dovrebbe fornirci quasi 54 milioni di dosi in cambio di 370 milioni.
La tabella è ovviamente elaborata sulla base dei contratti Ue. La domanda è: l'Italia da sola avrebbe potuto strappare prezzi e condizioni migliori? Ovviamente è impossibile rispondere su due piedi.
Pr il momento non resta che fare i conti in tasca all'Europa che per i sei contratti stipulati finora dovrebbe aver mosso qualcosa come 14 miliardi di euro. Ben tre e mezzo dovrebbero andare alla Pfizer se quest'ultima riuscirà davvero a rispettare nelle grandi linee il ritmo delle consegne. L'Europa ha prenotato per l'azienda americana la bellezza di 300 milioni di dosi. Decisamente più conveniente il contratto con AstraZeneca che sempre per 300 milioni di dosi dovrebbe essere pagata con un assegno di appena 534 milioni.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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