Pay tv, denunciati in 223 per gli abbonamenti pirata

Giovedì 20 Febbraio 2020
L'INDAGINE
ROMA Le partite di calcio su Sky e Dazn, le serie tv su Netflix, i film su Mediaset premium e perfino la musica su Spotify, il tutto ad un costo medio di 10 euro al mese. Per la prima volta in Italia, nella guerra alle pay tv illegali, a pagare sono direttamente i clienti e non più e non solo le organizzazioni che gestiscono le piattaforme pirata: la Guardia di Finanza ne ha denunciati 223 per ricettazione e per violazione dell'articolo 171 octies della legge 633/41, quella sul diritto d'autore. Rischiano fino ad otto anni di carcere, una multa di 25mila euro e la confisca dello strumento utilizzato per vedere i contenuti in streaming: che sia un pc, una smart tv o uno smartphone. «È una svolta epocale nella lotta alla pirateria, finalmente chi sbaglia paga» ha commentato l'Ad della Lega Serie A Luigi De Siervo sulla stessa scia del presidente dell'Anica Francesco Rutelli che parla di «un'operazione senza precedenti».
FIAMME GIALLE
L'indagine del Nucleo speciale beni e servizi delle Fiamme Gialle riguarda tutta Italia: le denuncie hanno portato all'apertura di fascicoli in ben 67 procure sparse in tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d'Aosta. Già a settembre dell'anno scorso la procura di Napoli aveva chiuso un'indagine con al centro la piattaforma streaming Xtreams Codes', un colosso internazionale con ricavi illegali per circa 60 milioni l'anno e 5 milioni di potenziali clienti, che però non erano ancora stati individuati al momento del blitz. In questo caso, invece, i finanzieri sono riusciti dagli Ip e dalle informazioni fornite dagli stessi clienti a individuarli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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