Parte l'offensiva dei media americani: «Confessione estorta, come con Amanda»

Lunedì 29 Luglio 2019
LE REAZIONI
NEW YORK La cronaca romana dell'omicidio di Mario Cerciello Rega giunge negli Usa nella forma della traduzione diretta dei verbali di polizia e delle agenzie internazionali che raccontano la storia con tutti i dettagli al momento disponibili. Ogni rete televisiva e ogni quotidiano la racconta con puntuale specularità tra un articolo e l'altro. Tuttavia c'è già chi comincia ad avanzare dei distinguo, proprio sulla base dell'omogeneità dell'informazione. Si cominciano quindi ad adombrare dubbi sulla confessione (estorta?) e sulle presunte similitudini con il caso di Amanda Knox.
L'AMBASCIATA
Un cronista della CBS si lamenta che l'ambasciata statunitense sia chiusa il fine settimana e che finora la narrativa della vicenda sia stata monopolizzata dalle fonti italiane, come a suggerire che ci sia una versione della storia che deve ancora essere raccontata. La pubblicazione della foto di Gabriel Natale ammanettato e seduto su una sedia chino in avanti, con un foulard che gli copre gli occhi, ha legittimato, almeno secondo la stampa americana, il ritorno di vecchie polemiche sulla presunta inefficienza delle investigazioni compiute dalla nostra polizia. Si mette in dubbio che Mario Rega si sia davvero identificato come un rappresentante delle forze dell'ordine giovedì notte quando ha affrontato Elder e Natale in prossimità dell'albergo dove i due statunitensi alloggiavano. Spunta qui e là nei commenti dei media, in realtà con poca sorpresa per chi segue lo sviluppo dei casi giudiziari tra i due paesi, il nome di Amanda Knox, la studentessa di Seattle imprigionata in Italia per quattro anni, prima di essere riconosciuta innocente per l'omicidio della sua compagna di appartamento Meredith Kercher.
LA CROCIATA INNOCENTISTA
L'opinione pubblica negli Stati Uniti aveva reagito con sorpresa e con orrore nei primi giorni dopo la scoperta dell'omicidio, il primo novembre del 2007. Ma nel tempo e con lo sviluppo dei processi, la crociata degli innocentisti crebbe al punto di creare una forza d'urto che arrivò fino al dipartimento di Stato e all'ambasciata romana. Nel corso del dibattito mediatico, le istituzioni del nostro paese furono trascinate nel fango e nella satira, nonostante il giudizio finale della nostra cassazione abbia confermato l'innocenza di Amanda. A prescindere dal merito dei processi, gli Usa non digeriscono l'idea che uno dei loro cittadini sia giudicato in terra lontana dalla giurisdizione equa e giusta che sono convinti di avere in patria, e l'Italia è uno dei paesi che ha avuto più occasioni per verificare questo pregiudizio.
Dall'incidente aereo di Sigonella a quello della base militare Usa ad Aviano; dal blitz per la cattura di Abu Omar, alle pressioni sul processo contro Knox e Sollecito, l'amministrazione di Washington ha fatto sempre il possibile per sottrarre la competenza alle autorità straniere. Tace invece fino ad ora il primo paladino dell'immunità dei suoi connazionali di fronte alle giurisdizioni estere. Donald Trump solo tre giorni fa ha twittato: «Liberate Rocky, giustizia per i cittadini americani!». Il presidente chiedeva il rilascio del rapper ASAP, alla sbarra a Stoccolma per una rissa nella quale è stato coinvolto. Trump ha sposato durante la campagna a difesa di Amanda Knox la tesi dell'incompetenza dei tribunali italiani per processarla, e ha contribuito con le sue donazioni al fondo legale della giovane di Seattle.
«IL TRADIMENTO»
Il suo interesse per le sorti di Amanda si è però esaurito quando ha scoperto che non ha votato per lui alle presidenziali del 2016, e l'ha tacciata di tradimento. Per il momento, sulla questione dei due ragazzi americani fermati in Italia, la Casa Bianca non ha detto nulla. Fino ad ora, soltanto una nota del Dipartimento di Stato americano, nella quale Washington fa sapere che garantirà a Gabriel Christian Natale Hijorth e Finnegan Lee Elder l'assistenza «consolare appropriata, come sempre avviene nei casi di cittadini americani arrestati all'estero».
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci