Ondata di disdette, saltano convegni e fiere Il turismo è in ginocchio e ora chiede aiuto

Martedì 25 Febbraio 2020
IL FOCUS
ROMA Viaggi annullati, prenotazioni cancellate. Il settore del turismo - che contribuisce intorno al 10% del Pil italiano e dà lavoro a oltre quattro milioni di persone tra fissi e stagionali - è uno dei comparti economici più colpiti dall'emergenza coronavirus. Già il blocco dei voli dalla Cina aveva messo in allarme gli operatori: sui circa 5 milioni di pernottamenti di turisti cinesi attesi nelle città italiane nel corso del 2020 si era calcolato che almeno un 25% sarebbe saltato. Anche perché, come ha ricordato la Fondazione e Camera di Commercio Italia-Cina, circa un quarto di tutti gli arrivi turistici annuali dalla Cina in Italia si colloca storicamente nel periodo tra il 25 gennaio e l'8 febbraio, più o meno in coincidenza con il Capodanno cinese. Adesso però, con l'atterraggio violento del Covid-19 nel lodigiano in particolare e in Lombardia e Veneto in generale, è molto peggio. «In pochissimo tempo la situazione è precipitata» avverte Bernabo' Bocca, presidente di Federalberghi.
In tutta Italia - ed è comprensibile - i dirigenti scolastici hanno annullato le gite scolastiche. Convegni, fiere e spettacoli sono rinviati a date da destinarsi, ed è così saltato tutto il business di alloggi e ristorazione collegato. Molti paesi - la Grecia, l'Irlanda e la Serbia, ad esempio - stanno sconsigliando ai loro cittadini di venire in Italia. E quelli che decidono di venirci lo stesso, al loro ritorno saranno messi in quarantena. Un deterrente non da poco. Gli albergatori di Venezia, tanto per fare un altro esempio, ieri hanno denunciato di aver avuto in questi pochi giorni già il 40% di disdette. «E il dato va crescendo» dice il vicedirettore dell'Associazione veneziana degli albergatori (Ava), Daniele Minotto.
I DANNI
Federturismo fino alla settimana scorsa stimava perdite nel settore per quest'anno di circa cinque miliardi di euro. «Adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l'impatto a causa della drammatica evoluzione in corso» dice la vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli. La programmazione su ponti primaverili e pasquali è saltata. E si registrano importanti frenate anche nelle prenotazioni del secondo semestre 2020. Le principali associazioni del settore hanno quindi scritto al premier per chiedere lo stato di crisi con misure specifiche e urgenti a sostegno delle imprese e dei lavoratori. «La situazione è fuori controllo e di una gravità assoluta. Noi ci aspettiamo un intervento forte e mirato del governo - dice la presidente di Fiavet, Ivana Jlenic - perché le imprese turistiche non possono essere lasciate da sole. Se crolla il turismo, non ce n'è più per nessuno». «La posta in gioco - spiega ancora Bocca - è molto alta. Basti considerare che durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri, per quasi 40 milioni di pernottamenti. Al contrario di quel che si potrebbe credere, non siamo in bassa stagione: per alcune aree del Paese, questo è un periodo di intensa attività. Penso ad esempio al carnevale, alle settimane bianche, alle gite scolastiche e ad importanti manifestazioni fieristiche».
Il comparto del turismo in Italia conta quasi 216 mila esercizi ricettivi e 12 mila agenzie di viaggio. Nel 2018 il movimento di passeggeri negli aeroporti italiani ha superato 180 milioni. Quasi 80 milioni transitano per i porti. Circa 75 milioni di escursioni turistiche sono realizzate con luso dell'auto e per motivi di turismo il treno assicura 4,5 milioni di convogli.
Giusy Franzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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