Omicidio Willy, il branco ha paura e chiede celle protette

Lunedì 14 Settembre 2020
Omicidio Willy, il branco ha paura e chiede celle protette
IL DELITTO
ROMA Ora il branco teme la vendetta in carcere dove i detenuti hanno un loro codice particolarmente duro con chi è accusato di crimini efferati e feroci. Ed efferata e atroce è stata la morte di Willy Monteiro Duarte. E così per timore di eventuali ritorsioni in cella i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli, arrestati per l'omicidio di Willy, hanno chiesto tramite i legali di essere posti nel reparto protetto del carcere di Rebibbia per motivi di sicurezza. La notizia è confermata dal garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia.
I tre in questo momento si trovano, come tutti i neodetenuti, in regime di isolamento in base alle normative anticovid. Hanno chiesto però che al termine dei giorni di quarantena possano avere un regime di protezione all'interno del penitenziario romano. Il timore di ritorsioni e vendette è nato anche perché nei giorni scorsi erano arrivate minacce di morte, anche via social o attraverso telefonate minatorie, sia ai parenti degli arrestati che ai difensori. Un'escalation che non ha risparmiato neanche la madre dei fratelli Bianchi e la compagna di uno dei due, Silvia Ladaga.
Intanto vanno avanti le indagini per stabilire con certezza responsabilità e l'eventuale coinvolgimento di altri giovani nelle fasi soprattutto successive all'omicidio, ovvero ai presunti complici del branco. Anche per questo i telefoni del quattro (un altro giovane Francesco Belleggia è ai domiciliari, al gip ha detto di avere visto Marco e Gabriele Bianchi colpire ripetutamente Willy Monteiro Duarte anche quando era già a terra) sono passati al setaccio: potrebbero «parlare» e fornire elementi utili agli inquirenti anche per cristallizzare ulteriormente le posizioni degli arrestati che, dopo la riformulazione dell'accusa in omicidio volontario, rischiano l'ergastolo.
PASSATO DA PICCHIATORI
Nel fascicolo di indagine sono stati acquisiti i precedenti dei Bianchi, tre per Gabriele per lesioni e porto d'armi e cinque, tutti per lesioni personali, per Marco. Un passato da picchiatori con uno stile di vita molto ostentato e, forse, poco compatibile con quello di proprietari di un banco frutta. In questo senso vanno avanti le indagini patrimoniali attivate dalla Guardia di Finanza attivate dopo la morte di Willy. Dagli accertamento sarebbe emerso che il padre di Marco e Gabriele, Ruggero Bianchi percepiva il reddito di cittadinanza.
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