Nuovo record di contagi (e con meno tamponi) Ma il Veneto è in calo

Lunedì 19 Ottobre 2020
IL BOLLETTINO
MILANO Numero di positivi oltre la soglia dei 10 mila per il terzo giorno di fila, dopo che il 14 ottobre è stato superato il picco massimo del 21 marzo, in pieno lockdown. La Lombardia è sotto assedio, con il record di contagi per il sesto giorno consecutivo e quasi 3.000 casi in ventiquattr'ore. Seguono con oltre mille nuovi malati Campania (+1.376), Lazio (+1.198) e Piemonte (+1.123). Il bollettino quotidiano dell'epidemia di Covid-19 dice che la seconda ondata è in atto. «Il vaccino non sarà la soluzione, bisogna toglierselo dalla testa - avverte la virologa Ilaria Capua - Il controllo della situazione dipende da noi, da ogni singolo individuo. Il virus è lo stesso della scorsa primavera, non si è indebolito e non si è neanche incattivito».
MENO TEST
Tra sabato e ieri i nuovi contagi sono stati 11.705, 780 in più rispetto al giorno precedente, alle regioni osservate speciali si aggiungono Toscana (906 malati in più) e Veneto (497). Salgono anche i decessi, 69 da 47 in tutta Italia, mentre i tamponi sono stati 146 mila, in calo di circa 20 mila rispetto al giorno prima. Sfiora dunque l'8% l'incidenza dei positivi rispetto al numero di test eseguiti e cresce la pressione sulle terapie intensive dove i ricoveri sono 750: 110 in Lombardia, 99 nel Lazio, 78 in Campania e 70 in Sicilia. «Che ci sia stata un'accelerazione dei casi è innegabile ma non direi che ci sia una crescita esponenziale. Serve guardare i numeri con allerta, ma non con panico», afferma Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.
In alcune regioni, tuttavia, lo scenario preoccupa. A cominciare dalla Lombardia, con 2.975 nuovi positivi pari al 9,6% dei tamponi eseguiti e la metà a Milano e provincia (1.463). «Aumentano i ricoveri in terapia intensiva e sono in costante crescita anche i casi positivi. La situazione è critica, occorre l'aiuto di tutti i cittadini per fermare la corsa del virus», è l'appello del direttore generale dell'Ats di Milano Walter Bergamaschi. «Quello che più preoccupa è che nelle prossime ore il numero dei soggetti positivi possa ulteriormente incrementare e mettere sempre più sotto pressione gli ospedali. Cercheremo di rafforzare il rapporto con i medici di famiglia». La Regione cerca di scongiurare un nuovo lockdown con misure restrittive su aperitivi, vita notturna e possibili ingressi scaglionati a scuola per evitare gli affollamenti sui mezzi pubblici. La strada, al momento, è quella dell'inasprimento dei controlli su locali e raduni notturni con alcolici portati da casa. Le strutture sanitarie cominciano a essere in sofferenza, due giorni fa attorno a mezzogiorno gli ospedali di Milano registravano «un numero elevato di pazienti Covid in pronto soccorso», entro la settimana potrebbe essere riaperto la struttura in Fiera. Difficoltà anche in Campania, che ferma i ricoveri programmati lasciando solo le urgenze e i trattamenti oncologici.
NORDEST
In Veneto ieri sono stati registrati 497 nuovi casi - tanti, ma meno dei 926 del giorno prima, probabilmente perché tra sabato e domenica si sono fatti meno tamponi - per un totale dall'inizio della pandemia di 35.954 contagi. Le persone attualmente positive sono 9.525 (+437). Sei i morti nelle ultime ventiquattr'ore che portano il totale dei decessi a 2.256. Invariato il numero dei ricoverati in terapia intensiva: sempre 52 di cui 44 con Covid. I soggetti in isolamento domiciliare sono 13.809 di cui 5.103 positivi. In Friuli Venezia Giulia ieri sono stati rilevati 155 nuovi contagi e registrati due decessi, un novantacinquenne di Dignano e un novantunenne di Trieste. I casi attuali di infezione sono 2112. Salgono a 14 i pazienti in cura in terapia intensiva.
VERONA
«Stiamo facendo una chiamata alle armi, dobbiamo richiamare medici e infermieri. Qui è peggio che a marzo», ha detto Claudio Micheletto, direttore dell'unità di pneumologia dell'Azienda ospedaliera di Verona, dove da sabato è stato riaperto il reparto riservato ai pazienti Covid. Peggio di marzo in che senso? «Quando parlo di marzo - ha detto all'Ansa - non dico certo nei numeri, allora avevamo 180 pazienti e 60 terapie intensive in totale in azienda. Però il flusso è continuo: adesso a Borgo Trento abbiamo 22 ricoverati in malattie infettive, pieno, e 6 in rianimazione, pieno. Da noi in pneumologia a Borgo Trento ci sono 20 letti occupati, e dobbiamo allargare. Il problema non sono i posti, serve il personale». Ieri mattina, su Facebook, il medico aveva scritto un post allarmato: Termino una notte allucinante, continui ricoveri, mi sembra di rivedere un film già visto. Temo si sia innescata una pesante recrudescenza.
C.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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