Nuova autocertificazione contro i furbetti Niente processo ai multati

Venerdì 27 Marzo 2020
LE REGOLE
ROMA Un elenco di limitazioni molto ampio, a cominciare dalla madre di tutte le limitazioni: l'obbligo di restare in casa, salvo esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute o altre specifiche ragioni. Il decreto legge è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e prova a mettere ordine tra le disposizioni imposte dal presidente del Consiglio durante questo ultimo mese di emergenza.
Viene ribadita la necessità di mantenere l'isolamento sociale. E per questa ragione viene confermata la chiusura di tutto ciò che possa creare aggregazione e assembramenti: parchi, ville, aree giochi, cinema, teatri, stadi, scuole. Ammessi spostamenti limitati nello spazio e anche nel tempo. Inoltre, sono previsti i divieti di uscita o di ingresso nei territori comunali, provinciali, regionali, e anche rispetto al territorio nazionale. La bozza iniziale prevedeva che le frontiere fossero blindate. Il decreto del 25 marzo allenta leggermente le maglie, ma ribadisce i limiti alla circolazione. È vero che non esiste più l'area Schengen, ma forse in questo modo, il governo si prepara anche a fronteggiare la fase 2 dell'emergenza, quando una sperabile discesa del picco dei contagi potrebbe rendere necessarie le chiusure nei confronti di altri paesi europei, dove il virus ha già cominciato a diffondersi. Insomma, un modo per evitare il contagio di ritorno.
LE SANZIONI
Un capitolo a parte è quello che riguarda le misure da prendere nei confronti di chi viola le regole. Nell'articolo 4 è prevista una depenalizzazione, perché la valenza penale presente nei primi decreti, è stata sostituita con quella amministrativa. Chiunque, infatti, esca di casa senza una giustificazione concreta verrà punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 (che in forma ridotta per il pagamento anticipato sarà di 280 euro entro 30 giorni). Non si applicheranno le sanzioni contravvenzionali previste dall'articolo 650 del codice penale. Mentre se il mancato rispetto delle misure avverrà con l'utilizzo di un veicolo le sanzioni saranno aumentate fino a
un terzo. E la disposizione avrà anche efficacia retroattiva. D'ora in poi, per chi si muove senza comprovati motivi nessun rischio di essere processati, ma obbligo di versare subito la somma prevista.
La scelta di non contestare l'articolo 650 del codice penale risiede probabilmente nella necessità di non intasare le procure con il rischio concreto di arrivare a una serie di archiviazioni. E quindi il governo ha preferito cercare sanzioni diverse, pecuniarie e accessorie, più adeguate in termini di efficacia e semplicità, perché irrogate direttamente dall'Autorità amministrativa. Ed è proprio per fare chiarezza tra i cittadini su questo aspetto che è stato necessario modificare nuovamente il modulo per l'autocertificazione dove faceva riferimento all'articolo 650. Mentre continuerà a essere sanzionata penalmente la violazione commessa da chi è soggetto alla quarantena. Il decreto indica l'articolo 260 R.D. 27/7/1934 n. 1265, recante Testo Unico delle leggi sanitarie - sempre che il fatto non integri il delitto di cui all'articolo 452 del codice penale, o altro reato più grave - il cui assetto punitivo, che è stato modificato appositamente, prevede l'arresto da 3 a 18 mesi e l'ammenda da 500 a 5000 euro.
Tra gli articoli del decreto non compare più il metro di distanza nei casi di acquisti nei supermercati, le farmacie e tutte le attività che vendono generi di prima necessità. È scritto nel testo che spetterà al gestore garantire il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il rischio di contagio.
Il nodo governo-regioni viene regolato lasciando alle autorità statali o regionali la decisione di limitare, ridurre, sospendere o addirittura sopprimere i servizi di trasporto di persone e di merci, automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo, nelle acque interne, anche non di linea, nonché il trasporto pubblico locale. Sempre che le disposizioni non siano in contrasto con quelle del governo centrale. Le misure avranno un tempo massimo previsto entro il 31 luglio del 2020.
Nel frattempo, ieri, dopo giorni di violenti attacchi da parte del sindaco di Messina, Cateno De Luca, riguardo al movimento di macchine che arrivano dal Nord Italia avendone pieno diritto, e sono in fila per traghettare in Sicilia, la ministra Luciana Lamorgese ha deciso di denunciare il primo cittadino per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate.
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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