Nordest, 14mila bambini a settembre via dagli asili

Sabato 23 Giugno 2018
LE REAZIONI
VENEZIA In questi giorni stanno facendo gli ultimi aggiornamenti, ma i numeri non dovrebbero distanziarsi di molto da quelli dello scorso mese di maggio, quando la Regione Veneto ha presentato l'ultimo report sulla situazione vaccinale in Veneto. Dall'anagrafe dei vaccini di cui è dotato il Veneto emergevano 21.424 minori tra 0 e 16 anni completamente scoperti, dei quali 8.900 nella fascia 0-6. Questi ultimi a settembre non verranno accolti in nidi e scuole dell'infanzia, mentre per le famiglie degli studenti che frequentano le scuole dell'obbligo sono in arrivo le sanzioni da 100 a 500 euro. Se si considerano gli inadempienti parziali lo spettro si allarga a 86.963 under 16, dei quali 22.591 tra 0 e 6 anni. «Finora non sono state fatte sanzioni, stiamo elaborando una procedura concordata tra tutte le Regioni italiane, si tratta di un documento tecnico che permetterà di procedere in modo omogeneo» spiega Francesca Russo, responsabile del settore prevenzione della Regione Veneto. Analoga la situazione in Friuli Venezia Giulia dove sono quasi cinquemila i bimbi da 0 a 6 anni non ancora vaccinati. Esclusioni e sanzioni previste dalla legge dell'ex-ministro Beatrice Lorenzin. Considerato poi che ci sono state le elezioni politiche e il cambio del governo, le famiglie no-vax sono rimaste in attesa di sviluppi.
LE ULTIME NOVITÀ
Sviluppi che non si sono fatti attendere. È di ieri l'uscita del ministro Matteo Salvini che sul fronte vaccini ha detto «garantisco l'impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i bimbi entrino in classe e vadano a scuola», perché «la priorità è che i bimbi non vengano espulsi dalle classi» anche se non vaccinati. Ma non si è fermato a questo. «Ritengo - ha aggiunto - che dieci vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi».
LE REAZIONI
Parole che hanno fatto fare un salto sulla seggiola a medici e ricercatori riuniti ieri a Roma proprio in una convention sulle vaccinazioni. Presente l'Istituto superiore della sanità e le maggiori società scientifiche. «Siamo tutti sconcertati» ha detto Bruno Ruffato, segretario Veneto della Fimp, Federazioni italiana dei medici pediatri, presente al convegno nella capitale. «Vuol dire mettere in discussione quanto fatto finora, non si può dare questo messaggio - prosegue Ruffato - è privo di fondamento scientifico, crea confusione alle famiglie e mette a rischio il grande lavoro di squadra fatto da pediatri e medici di famiglia».
Ma quelle stesse parole del vicepremier sono state abbracciate dal Corvelva, il Coordinamento veneto per la libertà vaccinale. Convinto che il modello veneto, precedente all'entrata in vigore della legge Lorenzin, fosse l'optimum. «Stiamo presentando una proposta di legge di iniziativa popolare affinché il sistema veneto, basato sulla volontarietà, venga adottato a livello nazionale. Il 26 giugno la depositeremo a Roma in cassazione» dice il portavoce Mattia Marchi.
Mentre per l'Istituto superiore della sanità «nel caso in cui si fermassero i programmi vaccinali in breve tempo comparirebbero di nuovo malattie diventate poco frequenti, come la difterite, la pertosse, il morbillo, la parotite che possono essere mortali».
Raffaella Ianuale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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