Un caso analogo era esploso lo scorso febbraio a Venezia, a seguito della richiesta che, in alcuni casi, l'Ulss 3 Serenissima rivolgeva al paziente sulla razza d'appartenenza. A denunciare la cosa era stato il consigliere regionale di Leu Piero Ruzzante dopo aver ricevuto dai genitori di una bambina un test di Neuropsichiatria infantile ritirato al distretto del quartiere di Favaro a Mestre, in cui veniva richiesta questa indicazione. L'azienda sanitaria aveva fatto sapere che in nessun modulo di accesso ai servizi viene rivolta al paziente questa domanda, che si trova invece nel test di Neuropsichiatria perché così è stato predisposto dal suo inventore (coperto da copyright) e si trova nel referto dell'esame specialistico dove la precisazione è un elemento necessario per valutare la portata o il rischio della persona a una determinata malattia. Ruzzante, assieme a Patrizia Bartelle del Gruppo Misto avevano presentato un'interrogazione alla Regione Veneto chiedendo che il termine venisse eliminato da qualsivoglia documento delle Ulss. L'Ulss 3 Serenissima aveva fatto sapere che in nessuno dei moduli utilizzati presso la Neuropsichiatria infantile il termine razza viene utilizzato, ma solo in un test.
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