Nasce un colosso da 1.100 miliardi di risparmi Sarà il primo istituto in Italia e il terzo in Ue

Mercoledì 19 Febbraio 2020
I NUMERI
ROMA Intesa Sanpaolo a sorpresa dà una scossa al mondo del credito italiano e punta su Ubi Banca, quarto istituto del Paese da tempo alla ricerca di un partner per andare a nozze. Un matrimonio che ora la banca lombarda con sede a Bergamo, salvo nuovi colpi di scena, sarà con ogni probabilità forzatamente costretto a fare con il colosso guidato da Carlo Messina.
Dal quartier generale milanese di Intesa insistono che l'offerta in azioni da quasi 5 miliardi su Ubi non è ostile, che la banca è ben gestita e che il lavoro fatto dal vertice guidato da Victor Massiah è apprezzato. Ma certamente l'operazione non è amichevole, non è stata concordata e si tradurrà in una acquisizione vera e propria, tanto che è già prevista la cancellazione del marchio Ubi. Del resto la storia di Intesa è una lunga serie di conquiste avviata negli anni Ottanta da Giovanni Bazoli, oggi 87enne presidente emerito del gruppo, e i nomi già cancellati dalle insegne in passato sono decisamente più blasonati, come ha ricordato senza timore Messina. «Contano le persone. Abbiamo tolto Sanpaolo, Comit, Cariplo, Imi, toglieremo anche Ubi», ha detto secco ieri. «È la migliore combinazione per Intesa e uniti saremo più forti», ha comunque insistito il numero uno del gruppo.
LA COMBINAZIONE
L'operazione, definita «geniale» dal presidente di Intesa Gian Maria Gros-Pietro, farà nascere un istituto che sarà, oltre che il primo in Italia, il terzo in Europa per capitalizzazione di Borsa con un valore di circa 48 miliardi dietro la francese Bnp Paribas e la spagnola Santander (se si esclude Hsbc di gran lunga più grande ma basata a Londra). Ubi, ha sottolineato ancora il numero uno dell'istituto milanese, è la miglior «banca di medie dimensioni, sono una piccola Intesa Sanpaolo. Vogliamo che i due migliori player italiani crescano insieme e creino un leader europeo».
I ricavi aggregati ammontano a 21 miliardi, mentre i risparmi in gestione toccano i 1.100 miliardi e i prestiti alla clientela raggiungono i 460 miliardi. Fra gli obiettivi illustrati da Messina c'è anche quello di garantire 30 miliardi di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell'economia italiana e di aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della green economy.
L'integrazione, nei piani di Intesa, permetterà al nuovo gruppo di sfondare quota 6 miliardi di utile netto annuo nel 2022 (nel 2019 sono stati poco più di 4). Sono previsti 510 milioni di risparmi all'anno sui costi a partire dal 2024 che verranno raggiunti anche grazie al taglio di 5 mila dipendenti. Una riduzione di personale che verrà parzialmente compensata dall'assunzione di 2.500 giovani. In tutto il nuovo gruppo avrà circa 110.000 dipendenti.
LA BCE
L'operazione, in attesa di capire come verrà giudicata oggi dal consiglio di amministrazione di Ubi - ma la Borsa ha già dato il suo verdetto ed è decisamente favorevole - viene vista bene anche a Francoforte. Dalla vigilanza della Banca centrale europea, sarebbe infatti già emerso un parere iniziale positivo, in particolare riguardo alla necessità di consolidamento del settore del credito italiano. Intanto per evitare troppe sovrapposizioni e il semaforo rosso dell'Antitrust in Italia, Intesa ha già raggiunto un accordo per cedere 400-500 filiali a Bper mentre il gruppo UnipolSai, azionista con una quota del 20% della banca emiliana, rileverà le attività di bancassicurazione di Ubi.
Jacopo Orsini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci