Nasce la Nato del Pacifico Biden e Londra gelano l'Ue

Venerdì 17 Settembre 2021
Nasce la Nato del Pacifico Biden e Londra gelano l'Ue
LO SCONTRO
NEW YORK Usa, Gran Bretagna e Australia lanciano a sorpresa un patto di sicurezza nell'area Indo-Pacifica, una sorta di Nato del Pacifico che si chiamerà Aukus (acronimo dei tre Paesi) e che prevede la vendita di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra, una tecnologia che Washington aveva condiviso finora solo con Londra. Suggellata da una videoconferenza congiunta di Joe Biden, del premier Boris Johnson e del primo ministro australiano Scott Morrison, la mossa ha fatto irritare la Francia, che perde un contratto astronomico per la fornitura di sommergibili all'Australia, e gli alleati Ue, che dicono di non essere stati informati di nulla.
L'IRA FRANCESE
È una pugnalata alle spalle». Non c'è nessuna ambiguità nelle parole del ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drain in risposta alla creazione della nuova alleanza strategica nell'area indocinese. «La riprovevole decisione ha detto il diplomatico transalpino rinforza il bisogno di elaborare una strategia europea chiara e altisonante». L'orgoglio dei francesi è stato colpito due volte: prima per i risvolti diplomatici (il triplice accordo è stato negoziato in segreto, e la cancelleria parigina così come quella europea sono state avvertite solo a fatto compiuto), e poi per quelli commerciali. Il governo di Canberra nel 2016 aveva scelto il contrattista della Difesa francese Naval Group per sostituire i sei sottomarini Collins vecchi di vent'anni con una nuova flotta di 12 unità militari, per il valore di 43 milioni di euro. L'azienda si era persino impegnata a modificare gli scafi, che nell'assetto originale nascono a propulsione nucleare, per alimentarli con diesel ed elettrico, in modo da evitare all'Australia possibili screzi con la Nuova Zelanda, che come lei ha bandito l'utilizzo dell'energia atomica. Gli Stati Uniti sono entrati a gamba tesa: hanno chiesto al governo australiano di annullare il contratto, e al tempo stesso di accettare una loro fornitura di sottomarini a trazione nucleare, pur di alzare il tono della deterrenza contro la Cina.
EUROPA BEFFATA
L'annuncio colpisce al tempo stesso il resto dell'Europa. Per la seconda volta in un mese dopo l'infelice uscita dall'Afghanistan, gli Usa ripropongono una decisione che ignora l'alleato di Bruxelles, e la cui divulgazione ha preceduto di un solo giorno la pubblicazione del rapporto sulla strategia comunitaria per il sud est Pacifico, annunciata ieri da Josep Borrell. Il bacino indopacifico non è solo teatro delle tensioni militari che stanno emergendo tra le due maggiori potenze del mondo: Cina e Stati Uniti. È anche il calderone di interessi economici, demografici e politici nel quale graviteranno dinamiche di rilevanza globale nei prossimi decenni. Borrell lamenta che sia stata la mancanza di un'unità militare da parte della Comunità a ritardare finora lo sviluppo di una strategia più incisiva nella regione da parte della Ue. Per gli Usa la questione nodale resta il contenimento della Cina. Non è un caso che la nascita della Aukus sia caduta in concomitanza con il 15 settembre, giorno in cui è entrato in vigore in Inghilterra il bando totale contro la tecnologia 5G della Huawei. L'alleato privilegiato di Washington si è allineato alla richiesta della Casa Bianca, mentre il resto dell'Europa continua a tergiversare con i piedi in due staffe.
LA CINA ACCUSA
Proteste più vibrate contro il nuovo accordo politico militare vengono da Pechino, dove il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha definito l'accordo «estremamente irresponsabile, da guerra fredda», in quanto «danneggia la pace e la stabilità regionale, e incita all'armamento». I sottomarini forniti dagli Usa all'Australia non avranno a bordo armi nucleari, ma la trasformazione sarebbe semplice e veloce. Piuttosto che soccombere alla minaccia, il governo cinese probabilmente correrà a potenziare la sua flotta di sommergibili atomici. Per l'immediato la reazione è invece politico-commerciale. La tigre asiatica ha formalizzato ieri la richiesta di entrare a far parte del CPTPP, l'accordo di libero scambio nell'area del Pacifico sviluppato dopo che gli Usa di Trump avevano affossato il TPP. Pechino ha fretta di entrare, prima che la candidatura parallela del Regno Unito possa essere accettata, e produrre un eventuale veto contro la Cina.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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