Mobilità, Regioni divise. De Luca: «Faccio il test a tutti»

Domenica 31 Maggio 2020
ROMA I governatori del Sud scalpitano ancora ma ormai più che altro per fare scena. Perché a parte il presidente campano De Luca, gli altri tra un borbottio e l'altro si sono fatti convincere dagli albergatori che se continuano a fare manfrine e a porre condizioni anche improponibili - come il passaporto sanitario che voleva la Sardegna ma si è arresa anche perché sarebbe incostituzionale - i turisti del Nord non arrivano nelle loro regioni. E l'estate passa a secco: niente soldi e desolazione più totale. Conviene? Certo che no.
E allora la linea di qualcuno, per esempio di Donato Toma, presidente del Molise, è quella di aspettare un altro po': «Ci vuole prudenza, certe regioni non hanno i parametri in ordine. Io avrei aspettato un altro po' per riaprire la mobilità interregionali, non il 3 giugno ma una settimana dopo». Il presidente toscano, Enrico Rossi, a sua volta dice al governo: «Occorreva usare maggiore prudenza. La riapertura per tutti è un errore. Io non sono convinto che la Lombardia debba essere riaperta in entrata e in uscita».
Il ministro Boccia ha chiamato uno a uno i vari presidenti e la sua moral suasion qualche risultato lo ha sortito. De Luca ha paura dell'arrivo in vacanza dei bergamaschi e dei milanesi. Ma al massimo potrà mandare in quarantena chi arriva, dicono a Palazzo Chigi. In realtà neanche quello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci