Milano aspetta la stretta dell'esecutivo e i governatori rinviano le zone rosse

Sabato 31 Ottobre 2020
Milano aspetta la stretta dell'esecutivo e i governatori rinviano le zone rosse
IL FOCUS
ROMA La Campania chiude gli asili, il Piemonte dimezza il carico a bordo dei mezzi pubblici e la Valle d'Aosta stabilisce il coprifuoco. Con i contagi che purtroppo continuano a galoppare e l'indice di trasmissione Rt delle regioni che prosegue la sua impennata (1,7 in media, contro 1,5 della scorsa settimana secondo i dati Iss di ieri), già in queste ore diversi governatori regionali hanno deciso di inasprire le misure varate negli ultimi contestati Dpcm. Piccoli passi che sembrano avvalorare l'ipotesi di un nuovo lockdown, seppur in versione ammorbidita o locale, in arrivo magari già nella prima settimana di novembre. Lo scenario secondo cui alcune città, con Milano e Napoli in testa, possano essere chiuse nei prossimi giorni però viene smentito tanto dal Viminale quanto dal ministero della Salute. Dal governo filtra che i lockdown locali sono in pratica considerati l'ultima spiaggia prima della chiusura nazionale.
LE MISURE
Numeri alla mano però, per qualcuna delle regioni italiane, le misure già in atto non sembrano essere sufficienti. Tant'è che, ad esempio, la piccola Valle d'Aosta nella serata di ieri ha imposto il divieto di circolare sul territorio regionale dalle ore 21 fino alle 5. Nel vicino Piemonte invece, il governatore Alberto Cirio da un lato risponde con un emblematico «dipende» a chi chiede di un lockdown locale e dall'altro si prepara a varare la didattica a distanza al 100% per tutte le classi delle superiori e il limite al 50% della capienza per i mezzi pubblici. Una stretta sulla scuola che ieri è arrivata anche nelle Marche (dad al 100% per tutte le superiori) e in Campania. Vincenzo De Luca infatti, poco prima di attaccare su Facebook la ministra Azzolina («Ripete a pappagallo frasi fatte»), lo sceriffo ha imposto la chiusura di asili fino al 14 novembre, prorogato la serrata per le scuole primarie e secondarie, e sospeso le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università. Non solo De Luca ha anche esteso il suo attacco all'intera squadra del premier Giuseppe Conte. «Ci sono fortissimi ritardi delle decisioni del Governo fatte con la logica del mezzo mezzo che scontenta tutti e non risolve problemi» ha tuonato. Il riferimento piuttosto chiaro è al lockdown che, come dichiarato nei giorni scorsi da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute sarebbe necessario a Napoli e a Milano.
ATTENDISMO
La decisione in verità, al netto di un attendismo di opportunità politica, potrebbe essere presa anche dalle autorità locali che però temporeggiano. «Vede - dice uno degli esperti del Cts che affianca il governatore Attilio Fontana in Lombardia - quella del lockdown per Milano è una misura sul tavolo, ma bisogna aspettare». Un attendismo che però mal combacia con il dinamismo lombardo rivendicato fino ad oggi e, soprattutto, sa di richiesta di aiuto al governo. «Non è una decisione da prendere a cuor leggero» aggiunge. Per cui, appunto, meglio prendere tempo. Ma perché? Non tanto per la speranza che i dati possono davvero scendere al punto da far rientrare a stretto giro la situazione - piuttosto che qualcun altro possa prendersene la responsabilità. E questo qualcuno non può che essere l'esecutivo. «Noi ci prepariamo allo scenario peggiore cercando di governare quello attuale - spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, pure lui all'interno del Cts della regione Lombardia - lunedì ci confronteremo con tutti i sindaci della cintura milanese e valuteremo». Sul tavolo ci sarà anche il report specifico sulla città chiesto dal sindaco Beppe Sala al ministero della Salute dopo le uscite di Ricciardi. Un dossier che potrebbe essere decisivo ma che, con ogni probabilità, lascerà invece il tempo che trova, rimandando ogni decisione.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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