Migranti, dal Viminale stop al modello Riace

Domenica 14 Ottobre 2018
LO SCONTRO
ROMA Trasferimento di tutti i migranti ospitati e rendicontazione delle spese sostenute. Dopo l'arresto del sindaco Domenico Lucano, arriva un altro colpo nei confronti del cosiddetto modello Riace, rivolto all'integrazione dei migranti. Il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, con una nota del 9 ottobre, ha deciso di spostare gli immigrati ancora ospitati nello Sprar gestito dal comune calabrese. «Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale», annuncia il sindaco.
LO SCONTRO
«Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell'uso di fondi pubblici, nemmeno se c'è la scusa di spenderli per gli immigrati», è la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Attualmente lo Sprar di Riace ospita un centinaio di migranti, che verranno trasferiti già dalla prossima settimana e nel giro di un mese dovrebbero essere ricollocati in altri centri, molto probabilmente in Calabria. Uno dei punti contestati dal Viminale, che già in passato aveva sospeso i fondi a questo piccolo comune calabrese, è che nello Sprar siano ospitati troppi titolari di protezione internazionale e sussidiaria, mentre la struttura dovrebbe servire principalmente per chi ha chiesto asilo ma non l'ha ancora ottenuto (col nuovo decreto sicurezza la possibilità di ospitare i rifugiati scompare definitivamente). Il coordinamento delle operazioni di trasferimento è affidato al Servizio centrale, ufficio istituito dall'Anci che gestisce la rete Sprar.
Il contenzioso tra Riace e il ministero dell'Interno ha una lunga storia, precedente all'inchiesta esplosa nell'ultimo mese e pure all'arrivo di Salvini. I primi stop ai finanziamenti per presunte irregolarità a Riace arrivano sulla scorta delle segnalazioni degli ispettori ministeriali che hanno iniziato la loro attività nel 2016. I progetti Sprar vengono rinnovati ogni tre anni, nel caso del comune di Domenico Lucano il periodo in questione va dal 2017 al 2019, ma già l'altra estate, 2017, il ministero degli Interni ha bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall'amministrazione locale.
LE CONTESTAZIONI
Nel 2018 il comune di Riace non ha ricevuto fondi e il 30 luglio il sindaco Lucano, ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, è stato avvisato della revoca dei finanziamenti, diventata ufficiale all'inizio di questa settimana. A leggere il provvedimento, sono 34 i punti di penalità disposti dal ministero rispetto al progetto di accoglienza e le violazioni riguarderebbero il pocket money, il bonus sostitutivo e l'adeguatezza delle strutture che accolgono i migranti. Del bonus si sarebbero lamentati gli stessi beneficiari «perché non consentirebbe l'accesso a molti negozi (tutti quelli fuori da Riace) che vendono prodotti essenziali per i bambini e sarebbero forieri di manipolazioni in sede cambio valuta». «La rilevanza, gravità e persistenza» delle inosservanze, conclude il documento di ventuno pagine, giustificano la revoca totale dei finanziamenti per «evitare l'ulteriore protrarsi di modalità gestionali non conformi alle regole». Oltre a situazioni estreme come quelle evidenziate dagli ispettori nella missione condotta a maggio: «Gli alloggi - si legge nel rapporto - sono in condizioni igieniche e di arredamento molto precarie, tanto da costringere le persone che vi dimorano a soluzioni di fortuna, in condizioni degradanti di grave abbandono, tra animali, insetti e cumuli di bottiglie».
Claudia Guasco
Sara Menafra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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