Malta, autobomba uccisa la cronista anti-corruzione

Martedì 17 Ottobre 2017
Malta, autobomba uccisa la cronista anti-corruzione
L'ATTENTATO
ROMA È stata uccisa da una bomba piazzata sulla sua auto Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa maltese che aveva messo in imbarazzo il governo Muscat con scoop sui legami con il regime azero e accuse di corruzione. La cronista, 53 anni, è salita a bordo della Peugeot 108 che aveva preso in affitto intorno alle 15 di ieri, a due passi da casa, a Bidnija: mezz'ora prima aveva pubblicato l'ultimo articolo sul suo blog, Running Commentary, che si concludeva con la frase: «Ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata». Poi il boato, un'esplosione violenta che ha incendiato il mezzo. Il cadavere «era irriconoscibile», hanno riferito gli agenti di polizia arrivati sul posto.
CHI ERA
Il premier maltese Joseph Muscat ha denunciato un «attacco barbaro»: «Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessuno può giustificare questo atto barbaro». Il premier ha fatto appello all'unità nazionale e ha promesso che non avrà pace «finché non verrà fatta giustizia». La cronista, quindici giorni fa, aveva depositato una denuncia dopo aver ricevuto minacce di morte. Galizia aveva iniziato la professione scrivendo per il Sunday Times of Malta e successivamente per The Malta Independent. Qualche anno fa l'idea di lanciare un blog dal quale sono partite bordate contro il governo e «l'altra economia dell'isola», divenuta un vero e proprio paradiso fiscale, tanto da meritarsi l'appellativo di «Panama del Mediterraneo». Lo scorso maggio l'ultimo scandalo, i Malta-files, un'inchiesta in cui L'Espresso aveva svolto il ruolo di capofila per l'Italia, patrocinata dal consorzio giornalistico Eic (European Investigative Collaborations). Malta «fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue», conclusero i cronisti.
LE INCHIESTE
Ma le luci della ribalta per la giornalista erano arrivate nel 2016 con i Panama Papers. Spulciando tra le carte, Galizia scoprì che due compagnie off-shore erano intestate al ministro dell'Energia maltese Konrad Mizzi e al capo dello staff del premier, Keith Schembri. All'epoca dell'inchiesta, Galizia venne denominata «una donna Wikileaks» da Politico, che l'aveva inserita tra le 28 personalità che «stanno agitando l'Europa». Lo scorso aprile, sul blog, la giornalista aveva accusato la moglie di Muscat, Michelle, di essere la proprietaria di Egrant, la terza compagnia panamense citata nei Panama Papers. Erano spuntati finanziamenti per milioni di euro e legami sospetti con il regime azero di Ilham Aliyev. La vicenda aveva portato a elezioni anticipate. Muscat negò tutto e venne rieletto. Galizia allora spostò la propria attenzione su Adrian Delia, il leader del partito nazionalista maltese, accusandolo di aver fatto l'avvocato per una compagnia maltese basata a Londra che era finita nelle maglie di un'inchiesta per corruzione.
Il premier ora ha annunciato un'inchiesta a cui parteciperà anche l'Fbi statunitense. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha condannato in un tweet il «brutale omicidio di Daphne Caruana Galizia: tragico esempio di giornalista che ha sacrificato la sua vita per ricercare la verità. Non sarà dimenticata».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci