Ma ora l'emergenza si sposta sulla costa Zaia: fiumi a rischio

Lunedì 18 Novembre 2019
L'ALLARME
TREVISO Il mare si mangia le spiagge. Chilometri e chilometri di litorale divorati dalla marea e dalle onde. Jesolo, Caorle, Bibione, che ieri è andata sott'acqua, in ginocchio. Il governatore Luca Zaia parla di tragedia. Il Veneto martoriato dal maltempo si specchia nel dramma di Venezia allagata, ieri acqua alta a 155 centimetri, ma guarda con angoscia il tormento di una fascia costiera messa duramente alla prova. «A parte Venezia, l'emergenza è per quanto sta accadendo in montagna e nel Veneto orientale», spiega il governatore, che ieri ha fatto sopralluoghi un po' ovunque. Prima a Venezia - «Sì il governatore ci va ogni giorno, anche se a qualcuno dispiace», sottolinea con un pizzico di polemica - poi a Ponte di Piave per controllare con i proprio occhi il fiume che scorre verso il mare gonfio, limaccioso e minaccioso, ma comunque dentro i propri argini nonostante una portata che arriva a 1200 metri cubi d'acqua al secondo. Ma il Piave, come il Livenza e il Brenta, che minaccia Bassano, restano sotto osservazione. «La portata del Piave è alta, rimaniamo vigili e chi vive in area golenale è stato fatto evacuare, ma lo scorso anno - ricorda Zaia - è arrivato a 2800 metri cubi. Oggi l'acqua scorre meglio anche grazie ai lavori fatti in questi mesi. Sono serviti». Poi va a Bibione, il nuovo fronte.
DANNI
La combinazione pioggia, vento di Scirocco e marea montante, è stata fatale per la città balneare: acqua fino in centro al paese, strutture turistiche fortemente danneggiate. «Le spiagge sono distrutte, a Bibione non esistono più; a Jesolo invece non esiste più la zona est della pineta; Caorle è bersagliata da martedì. Per noi è un danno gravissimo - sottolinea Zaia - Siamo una regione turistica. Spiagge vuol dire fatturato. Grande fatturato: 9-10 miliardi di euro all'anno. Ma stiano tutti tranquilli, riusciremo a rimettere in piedi ogni cosa». Il governatore lancia un avvertimento: «Adesso facciamo in modo che non passi un messaggio sbagliato. Per la stagione estiva i nostri litorali saranno perfettamente funzionanti, come prima e meglio di prima. Questo è bene ribadirlo con molta chiarezza. I nostri competitor sono abilissimi nel far passare il concetto che da noi spiagge non ce ne sono più e quindi invitare i turisti stranieri ad andare in Spagna o altrove. Stiano tutti sereni: le nostre spiagge saranno più belle di prima». Il Veneto orientale, assieme alla montagna dove tra nevicate abbondanti e temperatura insolitamente alta il pericolo di valanghe e frane è altissimo, rappresenta isomma la vera crisi. Il bollettino di guerra di ieri vede non solo Bibione sotto acqua per la necessità di chiudere la porta vinciana (uno sbarramento ndr) sul Tagliamento; allagata anche Portogruaro e grandi difficoltà a Concordia Sagittaria e Teglio Veneto. Il governatore torna indietro nel tempo: «Le condizioni climatiche che stiamo affrontando sono le stesse che produssero la grande alluvione del 2010. Abbiamo tanta pioggia, tanta neve anticipata rispetto alla norma e il vento di Scirocco che impedisce il deflusso delle acque nel mare e alza le temperature. Rispetto al 2010 però le opere nel frattempo realizzate stanno tenendo».
TREGUA
Nei prossimi giorni il tempo dovrebbe però dare una tregua. Oggi, lunedì, e domani le condizioni meteo sono previste in miglioramento. Ma da mercoledì torneranno a peggiorare: «Vedremo se avremo condizioni prettamente autunnali - continua il governatore - quindi con pioggia ma temperature più basse o se ci sarà anche lo Scirocco ancora a impedire l'afflusso al mare con tutte le conseguenze che ne derivano». L'ultima riflessione è per chi ha messo nel mirino le previsioni meteo della Regione: «Noto che ci sono tanti premi Nobel in giro, esperti di meteorologia da divano - attacca sferzante Zaia - che ci fanno appunti perché abbiamo sbagliato le previsioni delle maree dai tre o quattro centimetri. Siamo l'unica Regione ad avere un servizio del genere e da 10 anni professionisti ci lavorano ogni giorno. L'alluvione di Venezia l'abbiamo prevista con anticipo. Usiamo tre sistemi matematici: uno americano, uno francese e uno definito comunitario. Le previsioni sono accurate e potremo dire che l'emergenza è finita solo quando tornerà il sole».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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