Ma le Regioni si danno le regole per cercare di salvare la stagione

Martedì 24 Novembre 2020
I TERRITORI
VENEZIA Anche se il Governo pare orientato a fermare l'avvio della stagione sciistica, le Regioni hanno preparato le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita. «Se mai decidessero di aprire, noi le abbiamo fatte», ha annunciato ieri Luca Zaia, al termine del confronto che il Veneto ha avuto con il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, la Lombardia, il Piemonte e la Valle d'Aosta, oltre che con la Federazione italiana sport invernali. La proposta passerà ora al vaglio del Comitato tecnico scientifico nazionale, ma secondo gli assessori dell'arco alpino (tra cui il veneto Federico Canere il friulgiuliano Sergio Bini) è necessario «darsi una data comune per l'avvio della stagione bianca, tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane».
LE REGOLE
Le indicazioni delle Regioni riguardano skilift, funivie, seggiovie, cabinovie e ovovie. Innanzi tutto, «è necessario limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l'introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, determinato in base alle caratteristiche della stazione/area/comprensorio sciistico». Dovranno poi essere incrementate «le operazioni di sanificazione negli ambienti utilizzati», con particolare attenzione per «maniglie, pulsanti dell'ascensore, corrimano, interruttori». Anche se è essenziale «la responsabilità individuale degli utenti», andrà predisposta «una adeguata informazione», tramite cartelli, messaggi audio e video, addetti. «Dovranno essere creati percorsi che garantiscano il distanziamento sociale di almeno 1 metro, che andranno opportunamente segnalati, nella fase di accesso alle biglietterie e successivamente agli impianti di risalita, riducendo la formazione di gruppi».
Sugli impianti è previsto l'obbligo di «mascherina chirurgica», magari «inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l'utilizzabilità». Sempre per ridurre il rischio di contagio, «andranno adottate soluzioni organizzative al fine di ridurre code e assembramenti alle biglietterie», favorendo la vendita online degli skipass. Le seggiovie potranno funzionare al 100% della capienza (ma al 50% nelle zone arancioni), le cabinovie e le funivie comunque al 50%, preferibilmente tenendo aperti i finestrini, con il divieto di «consumare alimenti, bevande e fumare». I rifugi potranno restare aperti, visto che «costituiscono di fatto un presidio della montagna nel periodo invernale», ma dovranno svolgere il servizio al tavolo, rispettare il tetto della capienza, privilegiare la consumazione all'aperto e offrire l'après ski solo con posti a sedere.
L'ECONOMIA E GLI OSPEDALI
Gli operatori del settore premono per la ripresa in vista delle festività natalizie, che valgono un terzo del fatturato stagionale. «Se non si dovessero aprire le piste da sci per Natale, sarebbe tremendo, andiamo verso una crisi nera da cui sarà davvero difficile risollevarsi», ha commentato Enrico Ghezze, presidente del Consorzio degli impianti sciistici di Faloria-Cortina. «Siamo tutti ben coscienti delle difficoltà del momento hanno osservato gli assessori Caner, Bini e i colleghi ma vogliamo e dobbiamo guardare al futuro con atteggiamento positivo, consapevoli soprattutto dell'importanza che l'industria dello sci ricopre per l'economia italiana. Grazie all'approvazione delle linee guida per gli impianti sciistici potremo garantire un avvio in sicurezza della stagione invernale». Zaia ha però invitato a considerare la situazione nel suo complesso: «Ho troppo rispetto per i medici e i malati che combattono in ospedale per far partire un dibattito sul Natale con gli sci o meno. Vorremo comunque che si fosse un coordinamento europeo sul tema dello sport invernale, perché chiudere ad Arabba e Cortina, mentre a Kitzbühel o Sankt Moritz si scia, sarebbe difficilmente giustificabile visto e considerato che siamo nello stesso bacino epidemiologico. Quindi auspico che ci sia una condivisione transfontaliera rispetto alle misure, altrimenti andiamo incontro ad un suicidio per la nostra economia».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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