Lorenzoni: «Vado avanti, opposizione costruttiva»

Martedì 22 Settembre 2020
IL CENTROSINISTRA
PADOVA «Ho fatto oggi il tampone, è risultato negativo. Ora attendo il secondo controllo». L'unica buona notizia per Arturo Lorenzoni arriva dai medici dell'Ulss 6 Euganea che lo stanno monitorando quotidianamente dopo la positività al Covid riscontrata il 4 settembre. Per il resto quella del candidato del centrosinistra è stata una giornata interminabile ed estremamente difficile. Ancora in isolamento domiciliare, incollato al computer e al cellulare, già alla prima proiezione il professore ha capito che la soglia del 20% (indicata da molti sostenitori come unico traguardo a portata di mano) sarebbe stata difficilmente raggiungibile. Così è stato. A fine serata l'ex vicesindaco di Padova si trova a commentare un 16% perfino al di sotto delle già negative aspettative.
LA REAZIONE
«È stata una campagna difficile, sono mancati tempo e fondi per farmi conoscere a sufficienza. Ma il mio percorso è appena iniziato e io vado avanti, farò un'opposizione costruttiva» dice alle sette del pomeriggio quando i dati sono parziali ma già eloquenti. La nota con la posizione ufficiale arriva pochi minuti prima delle 23, quando ormai il risultato è delineato e nelle varie sedi elettorali l'attenzione è già tutta concentrata sulle sfide interne tra i candidati per le preferenze. «È stata una campagna elettorale decisamente condizionata da fattori esterni e non gestibili nella quale, oltre a tutte le difficoltà del momento, ci siamo confrontati contro un presidente Zaia che ha beneficiato di una visibilità smisurata, ben oltre le cose che fa o non fa - sono le parole di Lorenzoni - Egli ha creato con la sua assidua presenza nelle case dei veneti costretti davanti alla tv dalla quarantena un processo di identificazione assai oltre i meccanismi della politica e non contrastabile con gli argomenti della politica stessa. La sua affermazione va oltre i partiti, le posizioni, la Lega, il Veneto che vogliamo o il Pd. Da oggi ripartiamo consapevoli della strada da percorrere, dell'effetto che ha avuto il Covid su questa campagna elettorale e del valore del progetto di aggregazione dell'area democratica che abbiamo avviato».
I NUMERI
Se la media regionale è stata del 16%, l'alfiere del Pd e di un'altra ampia fetta di centrosinistra ha collezionato a Padova una percentuale superiore al 30%. «Dove la gente mi conosce ho ottenuto un buon risultato - è il commento del professore - ma purtroppo in questa campagna farmi conoscere è stato davvero difficile». Resta il fatto che anche a Padova, la città dove Lorenzoni ha ricoperto la carica di vicesindaco fino allo scorso luglio, il governatore Zaia ha sfondato toccando quota 60%.
IL PARTITO
Se a Padova i candidati civici del Veneto che vogliamo si sono riuniti in piazza Gasparotto, alle porte del centro, collegandosi in videochiamata con Lorenzoni incoraggiandolo e ringraziandolo per l'impegno di questa campagna elettorale, il Pd ha vissuto un'attesa ben più tesa e silenziosa nella sede regionale di via Beato Pellegrino. Talmente tesa che il segretario Alessandro Bisato, incollato al monitor per seguire la partita delle preferenze, ha preferito non commentare a caldo l'esito del voto. A commentare, allora, arriva il deputato Alessandro Zan: «Zaia è molto forte, lo sapevamo. È stata una campagna elettorale impari ma questo risultato non deve farci venire meno la voglia di combattere. Ora serve una ricetta diversa, più moderna, per combattere una politica come quella di Zaia che ha prodotto comunque pochissimi risultati». Provano a vedere il bicchiere mezzo pieno il segretario provinciale e quello cittadino, Vittorio Ivis e Davide Tramarin: «Creeremo una valida alternativa nei prossimi anni che smaschererà l'inconsistenza di Zaia nell'amministrare la nostra regione. Un'alternativa che ripartirà da Padova che, ancora una volta, si è dimostrata il territorio di riferimento per il centrosinistra in Veneto».
Dalla segreteria regionale del partito, però, tutto tace. L'analisi è rinviata ad oggi, a mente fredda. Alle undici di sera, a spoglio ancora in corso, la sala principale di via Beato Pellegrino è desolatamente vuota.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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