LO STUDIO
VENEZIA Provocazione preventiva degli artigiani di Mestre: con la quarantena

Lunedì 1 Giugno 2020
LO STUDIO
VENEZIA Provocazione preventiva degli artigiani di Mestre: con la quarantena e la chiusura delle attività da lockdown evasione fiscale in calo, nel Nordest meno 5,5 miliardi.
La Cgia di Mestre lancia una provocazione per anticipare la possibile nuove offensiva contro i lavoratori autonomi che potrebbero presto essere di nuovo nel mirino come potenziali evasori. «Dopo 3 mesi di lockdown che ha interessato la gran parte delle piccole e piccolissime attività economiche presenti nel Paese, a esultare sarebbe il fisco che avrebbe visto diminuire di 27,5 miliardi di euro l'evasione fiscale a livello nazionale. A Nordest, invece, la contrazione sarebbe stata di 5,5 miliardi - avvertono gli artigiani di Mestre -. L'Ufficio studi della Cgia è giunto a questi risultati economici, partendo da una considerazione molto diffusa tra l'opinione pubblica. Ovvero, che il popolo degli evasori presente in Italia è costituito quasi esclusivamente da lavoratori autonomi. Molti osservatori, infatti, ritengono che questo mancato gettito sia ascrivibile in massima parte ad attività caratterizzate da un rapporto commerciale diretto con il cliente finale come nel caso di molti edili, dipintori, idraulici, elettricisti, orafi, parrucchieri, estetisti, baristi, ristoratori, piccoli commercianti. Basandoci su queste considerazioni e sul fatto che questi 3 mesi di chiusura hanno interessato proprio tali attività, allora possiamo affermare con buona approssimazione che l'evasione fiscale sia diminuita del 25%: ovvero di 27,5 miliardi di euro, facendo scendere a 82,5 miliardi l'ammontare complessivo del mancato gettito a livello nazionale. A Nordest, invece, i 22,4 miliardi di mancato gettito sarebbero scesi a 16,8, facendoci risparmiare 5,5 miliardi». Risultati che secondo la Cgia ovviamente non hanno alcun rigore scientifico ma che servono da esempio. «Fra qualche mese quasi sicuramente inizierà una campagna contro gli evasori fiscali per recuperare gettito, con l'obiettivo di colpire, in modo particolare, gli artigiani, i commercianti e le partite Iva - avverte Paolo Zabeo, coordinatore dell'ufficio studi della Cgia di Mestre -. Le prime avvisaglie ci sono già, visto che autorevoli opinion leader hanno cominciato a invocare la democrazia della ricevuta. Sia chiaro, l'evasione/elusione va contrastata ovunque essa si annidi, sia tra chi non emette lo scontrino o la fattura, sia fra coloro che, grazie ad operazioni societarie eticamente molto discutibili, hanno spostato la sede nei paesi a fiscalità di vantaggio o, peggio ancora, hanno trasferito gli utili nei paradisi fiscali. Tuttavia, non dobbiamo generalizzare e tanto meno colpire nel mucchio, anche perché gli strumenti per combattere chi non versa le imposte ci sono e da molto tempo».
DATI STABILI
L'Ufficio studi della Cgia ricorda poi che gli oltre 110 miliardi di evasione fiscale e contributiva denunciati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sono pressoché stabili da almeno 10 anni, mentre nello stesso periodo l'Amministrazione finanziaria ha visto aumentare notevolmente il numero di strumenti a disposizione per contrastare l'evasione delle imposte. L'arsenale a disposizione del Fisco è nutrito ed è stato continuamente aumentato negli ultimi anni, si va dagli accertamenti incrociati agli obblighi di versamenti e agli anticipi di versamenti Iva. Insomma, gli strumenti per battere evasione ci sono, inutile fare cacce alle streghe.
M.Cr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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