Lo sconto sul riscatto della laurea: si pagherà in media il 45% in meno

Sabato 19 Gennaio 2019
Lo sconto sul riscatto della laurea: si pagherà in media il 45% in meno
IL FOCUS
ROMA Il riscatto degli anni della laurea per i futuri pensionati sarà meno costoso. Soltanto la detrazione fiscale applicata a questa procedura passa dal 19 al 50 per cento. Tra le novità presenti nel «decretone» che regola il reddito di cittadinanza e Quota 100 ci sono anche condizioni più favorevoli per recuperare contributi figurativi nel tentativo di aumentare il monte pensionistico per avere un assegno più corposo a fine carriera. Che però non potranno essere usati per abbandonare prima il mondo del lavoro. Le nuove norme non si applicano ai lavoratori che accedono all'uscita anticipata di Quota cento, ma soltanto a quelli ancora in servizio. La legge permette di riscattare soltanto gli anni di corso pagati dal primo gennaio 1996 in poi. Quindi il provvedimento premia fino al compimento dei 45 anni di età.
LO SCHEMA
Questo nuovo sistema, in via sperimentale dal 2019 al 2021, riguarda chi è iscritto a un ente previdenziale, della gestione ordinaria e quella separata per gli autonomi, e vale «nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi». Vuol dire che si può decidere di pagare i contributi non su tutto il periodo di studi. Per accedere a questa possibilità il lavoratore, al 1 gennaio 1996, non doveva essere iscritto ad alcuna forma di assicurazione (quindi non doveva avere un'occupazione e un conseguente reddito) né essere già in pensione. Ogni anno anno riscatto precedente a questa data viene annullato «con conseguente restituzione dei contributi pagati».
Guardando al calcolo per l'importo da versare, sono confermate le regole attuali. In sostanza si applica un'aliquota contributiva intorno al 33 per cento alla retribuzione lorda, moltiplicata per il numero degli anni di cui si chiede il riscatto. Ma rispetto al passato va considerata la nuova detrazione salita al 50 per cento. La Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro ha calcolato un risparmio medio del 45 per cento: per esempio con un reddito annuo di 35.000 euro, si spenderanno 5.184 euro per ogni anno contro gli attuali 11.150, con un reddito da 40.000 euro, si versano 7.000 euro contro i 13.200 euro previsti.
Come oggi possono essere riscatti i diplomi universitari di durata inferiore a due e superiore ai tre anni; i diplomi quelli di laurea tra i quattro e i sei anni; le specializzazioni conseguite non inferiore a due anni e i dottorati di ricerca. Esclusi gli anni da fuori corso. Già da questo schema si comprende che il provvedimento guarda a garantire una pensione migliore a chi oggi ha oltre i 40 anni e vanta una vita lavorativa discontinua, con buchi nella contribuzione.
Tornando alle condizioni migliorative, sono soprattutto due le novità. In primo luogo aumenta la parte di quanto pagato da poter detrarre: si passa dall'attuale aliquota del 19 per cento a una del 50 per cento, da versare - spiega il decreto - «con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo nell'anno di sostenimento e in quelli successivi». Possono richiedere il riscatto agevolato anche gli eredi (i parenti fino al secondo grado) in caso di morte del lavoratore interessato. La legge poi fissa che il saldo possa essere rateizzato fino 60 rate mensili, «ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi per la rateizzazione». In passato era l'istituto di previdenza a decidere tempi e modalità dei versamenti. La rateizzazione salta a chi fa il riscatto per «l'immediata liquidazione della pensione». C'è poi una condizione di vantaggio in più per i dipendenti privati: il riscatto può pagarlo l'azienda e può farlo sotto forma di premio aziendale, utilizzando la deducibilità al cento per cento.
Francesco Pacifico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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