LO SCENARIO
VENEZIA Sarà un Natale in giallo per il Veneto. Dopo aver superato

Mercoledì 8 Dicembre 2021
LO SCENARIO
VENEZIA Sarà un Natale in giallo per il Veneto. Dopo aver superato le soglie di due parametri (l'occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e l'incidenza dei contagi), tutto lascia presagire che nei prossimi giorni sarà superato anche il limite dei ricoveri ospedalieri nelle aree mediche. E che la situazione sia preoccupante lo dimostra la decisione della Regione di riattivare i Covid Hospital: dopo Schiavonia, domani toccherà al San Camillo di Treviso. Significa che chiuderanno anche i servizi di emergenza, se servirà un Pronto soccorso bisognerà recarsi altrove. «Alternative non ce ne sono», ha detto il governatore Luca Zaia.
IL CONFRONTO
La situazione veneta non è peggiore del resto d'Italia, anzi. Zaia ha mostrato una tabella dell'Istituto superiore di sanità da cui risulta che il Veneto è sotto la media nazionale quanto a percentuale di positività sul numero di tamponi effettuati (2,3% contro il 2,4%) e che ci sono regioni e province autonome messe peggio: Marche 7%, Bolzano 4,6%. Il parametro che viene però considerato per il passaggio di colore è l'incidenza settimanale ogni 100mila abitanti e qui il Veneto è a 317,1, quando il limite per restare in fascia bianca è 50. Limite rispettato solo in Basilicata, Puglia, Molise, mentre la media nazionale è 155 e i valori massimi ce li hanno Bolzano (645,7), Friuli Venezia Giulia (336,3), Val d'Aosta (309,1). Tutto questo per dire che il virus sta circolando, solo che il Veneto comincia a sentire anche la pressione ospedaliera: nelle ultime 24 ore ci sono stati 82 nuovi ricoveri - di cui 72 nelle aree mediche e 10 nelle rianimazioni - per un totale di 904 pazienti Covid. Il tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive in una settimana è salito dal 10 al 12% (per restare in fascia bianca non si deve superare il 10%) e quello nelle aree mediche è passato dall'8 all'11%. Considerati i nuovi ingressi, non sarà difficile superare la soglia del 15%. Senza contare che l'incidenza media settimanale in alcune zone è schizzata: nell'Asolano si hanno 600 casi ogni 100mila abitanti, nel trevigiano si è 400. Ecco perché tutto lascia presagire che la settimana di Natale il Veneto sarà in fascia gialla, dunque con l'obbligo della mascherina anche all'aperto, «mentre per i posti a sedere nei ristoranti - ha ricordato il governatore - si bypassa con il super Green pass». Per i matrimoni e le cerimonie invece è sufficiente il Green pass base, quindi anche il solo tampone negativo.
I VACCINI
Certo, non è come l'anno scorso. Anche se nelle ultime ventiquattr'ore si sono sfiorati i tremila nuovi contagi (2.960), i dati elaborati da Azienda Zero mostrano chiaramente che nell'autunno 2020 il numero dei casi positivi e dei ricoveri era nettamente superiore. Indicativo il grafico sul tasso di nuovi ricoveri per stato vaccinale: nella fascia di età tra i 20 e i 39 anni, i non vaccinati che finiscono in ospedale sono 8,9 su 100mila abitanti, i vaccinati con una sola dose 1,4, nessuno con il ciclo completo. Tra i 40 e i 59 anni il rapporto è 28,4 non vaccinati, 2 vaccinati con una dose, 0,9 con il ciclo vaccinale completo. Tra i vaccinati sono gli ultraottantenni i più esposti: 23,9, ma i non vaccinati sono 88,9. Il dato complessivo veneto è il seguente: 30 non vaccinati, 5,5 vaccinati con ciclo parziale, 4,3 vaccinati con ciclo completo. «L'impatto dei non vaccinati è sei volte maggiore», ha rimarcato il presidente della Regione.
LE PRENOTAZIONI
La campagna di profilassi continua: nella giornata di lunedì sono state fatte 47.463 somministrazioni di cui 3.702 prime dosi e 41.986 booster. Oltre 8 milioni le inoculazioni di vaccino dal 27 dicembre 2020. I veneti che hanno avuto o prenotato almeno una dose sono l'86,3%. «Stiamo recuperando - ha detto Zaia - possiamo arrivare al 90%». I veneti non vaccinati con più di 12 anni sono 630mila di cui il 10% nella fascia di età tra i 60 e i 69 anni. Quelli che potrebbero avere la terza dose entro l'anno sono 2 milioni, ma per tre quarti già prenotati: solo 500mila devono ancora fissare l'appuntamento. «Nelle agende da qui a fine anno abbiamo un margine del 20% di prenotazioni, a gennaio i posti liberi sono il 45%», ha detto Zaia. Quanto al personale sanitario che non ha voluto immunizzarsi, siamo arrivati a 837 operatori sospesi su un totale di 61mila.
E l'obbligo vaccinale? «Immagino che l'obbligo vaccinale in un paese civile non sia portare con la forza pubblica il cittadino a vaccinarsi o farlo con il Tso - ha detto Zaia -. Quando avranno deciso la procedura, in Veneto saremo pronti ad applicarla, ma deve essere ben spiegata e chiara per tutti».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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