LO SCENARIO
ROMA «State tranquilli, tanto il voto anticipato non c'è».

Sabato 15 Febbraio 2020
LO SCENARIO
ROMA «State tranquilli, tanto il voto anticipato non c'è». Tanto veemente in pubblico, quanto rassicurante in privato. Non che ci sia qualcuno che ne contesti la leadership o le mosse o che manifesti apertamente l'intenzione di lasciare Italia Viva, ma nelle chat interne Matteo Renzi veste i panni del padre di famiglia. Moderato: «Evitiamo falli di reazione. Non forniamo pretesti. Rimaniamo lucidi e rilassati».
Le chat dei partiti sono sempre rivelatrici degli umori dei parlamentari, ribollono di sfoghi. Sono lo specchio di timori e preoccupazioni che serpeggiano sottotraccia. Italia Viva ne ha una per i deputati e un'altra per i senatori, poi c'è quella comune. E il leader interviene continuamente. Per dare la linea, per dettare tempi e strategie. E tranquillizzare.
Gruppo compatto ma è chiaro spiega un deputato che tutti sono allarmati per questi venti di crisi. Lo spavento due giorni fa c'è stato eccome. Ieri qualche sospiro di sollievo per i (pochi) segnali distensivi arrivati.
L'ex presidente del Consiglio ripete che non c'è alcuna intenzione di rompere. E allo stesso tempo, però, conferma la strada tracciata: «Indietro non si torna. Accada quel che accada».
Di primo mattino Renzi in chat spiega come girerà la giornata, rilancia temi e battaglie e a fine giornata traccia il bilancio. E' nelle chat che si sottolineano per esempio le insidie di questo continuo braccio di ferro sulla giustizia. «Stiamo attenti perché scriveva qualche giorno fa un senatore la riforma della prescrizione è un tema poco conosciuto agli italiani. Dobbiamo spiegarlo bene ai cittadini». C'è chi sottolinea allo stesso tempo «il disagio del Pd costretto a difendere una riforma del Movimento 5Stelle», chi vorrebbe per esempio rispondere agli ex fedelissimi di Renzi che cercano di incunearsi in Italia viva, parlando di mal di pancia tra i gruppi parlamentari.
La Ascani e la Morani, per esempio, convinte che molti alla fine non voterebbero la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Dobbiamo rispondere subito», propone per esempio un sottosegretario. «No. Manteniamo un atteggiamento sereno, serve un comportamento civile», ragiona Renzi.
Le chat dunque come indicatori pure dei contrasti tra chi fino a pochi mesi sedeva negli stessi banchi di scuola. Dove i problemi si lavano in casa. Dove ci si lamenta perché il governo «ci tiene all'oscuro di tutto» e ci si chiede in ogni momento: «E ora cosa succede?». E dove la paura principale è quella di essere strumentalizzati dagli ex compagni del Pd. «Ci stanno utilizzando questa la tesi per buttarci fuori ma anche per coprire tutti i guai che hanno con M5s: non sono d'accordo su nulla, dalle trivelle ad Autostrada. La verità è che hanno il terrore: occupiamo uno spazio che loro non hanno più».
La chat per rivendicare la propria posizione: «Siamo gli unici ad avere la testa sulle spalle sulla prescrizione», li motiva Renzi. E per difendersi dagli attacchi continui, soprattutto sul web come quelli indirizzati alla Annibali. Qualche mal di pancia espresso per esempio dal deputato indipendente Portas c'è, ma per questioni locali.
LA MOSSA DEL CAVALLO
Un altro tipo di malessere non si appalesa. Sullo scontro con il premier nessuno ha nulla da ridire. «Il dado è tratto, ora andiamo avanti», taglia corto Renzi invitando i suoi ad andare oltre al lodo Conte bis, «ad attaccare sull'economia». Per qualche giorno sarà all'estero. Per il 20 ha dato appuntamento per parlare di infrastrutture, ad inizio marzo uscirà il suo libro La mossa del cavallo.
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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