Litigavano e poi incendiavano le auto: denunciati tre ragazzi

Giovedì 16 Gennaio 2020
Litigavano e poi incendiavano le auto: denunciati tre ragazzi
L'INDAGINE
VITTORIO VENETO (TREVISO) Appiccava le fiamme per risolvere ogni dissidio, dal debito non saldato alla lite in discoteca per un drink fatto cadere a terra fino allo screzio con un genitore. Vendette costate caro a un 21enne di origini russe residente nel Vittorese, S.C., denunciato dai carabinieri di Vittorio Veneto assieme a due presunti complici, A.L. 22enne italiano, e 21enne polacco, per incendio doloso continuato. Tra dicembre 2018 e l'aprile dello scorso anno avrebbero dato alle fiamme tre veicoli a Miane, Pieve di Soligo e Vittorio Veneto, danneggiandone altri due. In casa degli indagati, ai quali gli investigatori sono risaliti grazie alle immagini di videosorveglianza che hanno immortalato l'auto del 21enne russo, sono stati trovati una tanica di benzina, i vestiti indossati durante i raid incendiari, e alcuni oggetti, tra cui un'autoradio e una marmitta, sottratti da una delle auto date in pasto ai roghi.
I DISSIDI
Il primo incendio risale al 21 dicembre 2018 quando a Miane, verso le 21.40, l'Audi A3 di un giovane residente in via Cal di Mezzo e l'Audi TT della compagna vengono divorate da una lingua di fuoco. La natura dolosa delle fiamme è evidente, e a confermare le prime ipotesi sono le immagini di videosorveglianza del quartiere, che immortalano due soggetti avvicinarsi all'Audi A3 con una tanica di benzina. Il motivo dell'atto intimidatorio verrà spiegato ai carabinieri dallo stesso 21enne russo: «Il danneggiamento dell'Audi A3 era legato una questione di debiti non saldati con il proprietario dell'auto». Nasce da una semplice discussione in discoteca, invece, il dissidio che ha portato alla distruzione della Smart Roadster bruciata lo scorso 7 aprile nel posteggio multipiano di piazza Medaglie d'Oro a Vittorio Veneto. È ancora il 21enne il protagonista dello screzio, urtato nel locale da uno sconosciuto che, nella ressa, gli fa cadere a terra il cocktail che tiene fra le mani. L'uomo, poche ore dopo, è vittima di un furto: dalla sua Smart, era la notte del primo marzo, vengono asportati tubo di scarico, autoradio e un ciondolo portafortuna agganciato allo specchietto retrovisore. Non era però abbastanza evidentemente per pagare lo sgarro, e così un mese dopo, alle 4 di notte del 13 aprile, il 21enne russo e un complice, si sospetta il coetaneo di origini polacche, sono tornati al multipiano con una tanica al seguito e hanno dato fuoco alla Smart della vittima. Nell'incendio è stata pesantemente danneggiata anche la Panda della fidanzata posteggiata a pochi metri di distanza. L'ultimo capitolo riguarda i dissidi del 21enne russo col padre, residente a Pieve di Soligo. Di quest'ultimo infatti il furgone Fiat Doblò incendiato la notte del 7 aprile in via Sernaglia, pochi giorni prima del rogo di Vittorio Veneto.
LE INDAGINI
I carabinieri di Vittorio Veneto sono risaliti in prima battuta al 21enne di origini russe, la cui Alfa Romeo 156 nera, viene immortalata dalle telecamere sia nel multipiano di Vittorio Veneto che in via Cal di Mezzo a Miane. Gli trovano a casa gli indumenti utilizzati durante i raid e l'autoradio della Smart, mentre il tubo di scappamento spunta dall'abitazione del 22enne italiano. A casa dell'amico polacco, invece, viene rinvenuto un giaccone con una manica bruciata. I tre giovani, al termine degli accertamenti sono stati denunciati a vario titolo anche per furto e ricettazione.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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