Lite Gualtieri-Salvini Il governo in aula con il rischio grillini

Lunedì 9 Dicembre 2019
LA GIORNATA
ROMA «Quella sul Mes è una discussione che ci sarebbe stata comunque», ma è avvenuta in un contesto in cui la Lega, Salvini e Borghi con cinismo hanno iniziato a fare una campagna terroristica per spaventare le persone» su una riforma che «in sostanza non cambia nulla». Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, attacca in tv Matteo Salvini sostenendo che l'Italia con la manovra di bilancio ha pagato il conto del Papete. «Se non ci si riesce a esprimersi con competenza e serietà sulla Nutella è evidente che la credibilità su ciò che si dice sul Mes sia piuttosto scarsa», insiste il ministro. A stretto giro arriva la risposta del leader della Lega che, intervistato sempre a Mezz'ora in, ingaggia un duello a distanza con il ministro dell'Economia anche sulla manovra.
L'AFFONDO
«Ho sentito - incalza Salvini - che la stragrande maggioranza degli italiani manderà gratis i bimbi al nido: è una fesseria priva di fondamento. A gennaio ci troviamo e vediamo se quello che ha detto Gualtieri è vero o è una bufala». «Pronto alla sfida», ribatte il titolare del Mef. «Salvini farebbe bene a documentarsi meglio: in manovra bonus asili nido a 3000 euro (e 2500 per famiglie da 25.000 a 40.000 Isee). In più 2,5 miliardi per la costruzione di nuovi asili. Ci vediamo a gennaio». Sulla manovra anche FI va all'attacco con Marco Marin che ironizza: «Sembra di essere su Scherzi a parte'... Il governo si inventa nuove tasse, le rinvia ma le lascia, ed esulta pure!». Manovra e asili a parte, il nodo dello scontro resta il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e il voto di dopodomani in Parlamento sulla risoluzione che affida indicazioni al premier Conte in vista del Consiglio europeo del giorno seguente. In attesa del D-Day, nella maggioranza è il momento della tregua, con il leader M5S Luigi Di Maio che, dopo i giorni degli attacchi frontali, ha mitigato la sua linea e dato indicazioni ai suoi per trovare un'intesa di maggioranza su un'unica risoluzione. Dal canto suo il ministro dell'Economia giudica con favore lo stato della trattativa in Europa, anche se non è chiusa e proseguirà a gennaio. «Abbiamo chiarito con molta nettezza che alcune condizioni sull'Unione bancaria erano inaccettabili» e all'Eurogruppo «di fatto si è deciso per il rinvio» della firma, spiega il ministro ribadendo però un principio: «Il Mes ci serve e ci protegge». In vista della discussione in Aula di mercoledì, Gualtieri si mostra fiducioso: «Auspico che ci sia una risoluzione positiva» e «che raccolga il sostegno delle forze responsabili, anche non della maggioranza», afferma. Parole dirette, forse, anche a quella parte di FI meno vicina alla Lega e piuttosto scettica sulla battaglia anti-euro di Salvini. Resta il problema dei numeri che al Senato sono molto stretti e legati alla tenuta del gruppo M5S, dove resiste una fronda contraria al Mes che si unisce a quella contraria sin dall'inizio al governo con il Pd. Salvini, impegnato nella raccolte delle firma contro il fondo salva-stati, conosce bene i nostalgici dell'intesa con la Lega, da Giarrusso a Paragone, e a loro si appella quando dice che «ci sono tanti eletti ed elettori Cinque Stelle che sono coerenti e non vogliono il Mes».
Ad intervenire ieri anche l'ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani secondo il quale il Mes va cambiato perché «ci sono troppi poteri affidati al direttore generale che può fare il bello e il cattivo tempo: la nostra proposta è quella del parlamento europeo, cioè creare un fondo di garanzia per tutti ma sotto il controllo del parlamento europeo».
Ma. Con.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci