«Lei è malata», coniugi si uccidono e lasciano una lettera di scuse

Sabato 15 Febbraio 2020
OMICIDIO-SUICIDIO
ROVIGO Due colpi di pistola, nella notte. Prima il marito ha puntato la pistola contro la testa della moglie, facendo fuoco. Poi, l'ha puntata verso di sé, esplodendo il secondo colpo. Una tragedia che si è consumata in una zona centrale della città di Rovigo alle prime ore del giorno di San Valentino e che ha visto morire in modo drammatico ed inaspettato Tino Bellinello, 87 anni compiuti il 30 gennaio e la moglie, Renata Berto, di 78 anni. Lui era stato un ciclista di primo piano (con la vittoria, nel 54 del primo giro del Polesine e nel 57 della Coppa Caldirola, conoscendo anche la gloria di indossare la maglia azzurra in una corsa in Brasile) e per anni gestore di una pompa di benzina alle porte della città, insieme al figlio ed alla nuora. Lei, invece, fino a circa vent'anni fa aveva lavorato nella lavanderia che si trovava proprio al piano terreno della villetta dove ancora la coppia viveva e nella quale si è consumato il dramma.
IL RITROVAMENTO
A trovare i corpi senza vita dei due anziani è stato il genero, che era passato per una commissione, attorno alle 10. Marito e moglie erano in camera, lei sul letto, senza vita, lui invece esanime. Entrambi in pigiama. Un biglietto, lasciato in bella mostra e vergato con mano malferma, in stampatello, avrebbe dovuto offrire una sorta di spiegazione del gesto. Poche parole, qualcosa di simile a: «Scusateci, così smetteremo di soffrire». Il figlio, Mauro, scuote la testa: pur non trovando la forza di parlare, schiacciato dal grande dolore che si è trovato a dover improvvisamente fronteggiare, non crede che si sia trattato di una decisione condivisa. E sua moglie ribadisce: «Mia suocera era attaccata alla vita». Non solo, ma la vita di Tino e Renata, non era affatto una vita di dolore. Una bella coppia, unita, con due figli, Mauro e Maria, ed altrettanti nipoti. Tutti molto affiatati. Conosciuti e stimati. Senza gravi problemi se non gli affanno comuni. Anche i due anziani non avevano né difficoltà economiche, né di salute, eccezion fatta per i comuni acciacchi dell'età.
IL FISCHIO ALL'ORECCHIO
La moglie negli ultimi tempi accusava un fischio all'orecchio e temeva fosse una malattia grave. Il marito invece, nell'ultimo anno faceva i conti con un periodo di depressione, tanto da essere seguito da uno specialista. Molto probabilmente si era convinto anche lui che la donna avesse davvero una grave malattia. Ma nulla che lasciasse anche solo ipotizzare quello che, invece, si è materializzato nel corso della notte e che ha colpito tutti i familiari, lasciandoli sbigottiti ed attoniti alle prese con un dolore incommensurabile. L'87enne, dopo essere sopravvissuto per qualche ora alla moglie, si è poi spento nel pomeriggio di ieri. La morte della donna, secondo una prima stima del medico legale, potrebbe essere avvenuta dalla tarda serata di giovedì fino a poche ore prima del ritrovamento. I due spari, con una Beretta 7,65, una semiatomatica da difesa personale, regolarmente detenuta, non sembrano essere stati uditi da nessuno dei vicini. L'abitazione dei due, una graziosa villetta a due piani, si trova nel controviale di una strada di grande passaggio, via Gramsci. A pochi passi si trovano un parrucchiere, una tabaccheria, un bar, il Bar sport, un vinaio ed una pizzeria a taglio. Una piccola oasi commerciale in un quartiere residenziale. Che ieri è stato travolto come un ciclone dalla notizia della tragedia consumatasi nella notte.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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